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Fermo restando che applicare le deliberazione dell’assemblea è uno dei doveri principali dell’amministratore vediamo insieme cosa potrebbe succedere, perciò, se invece si rifiutasse di eseguirle.
Se l’amministratore non esegue una deliberazione
È compito dell’amministratore eseguire la volontà manifestata dai condomini all’interno dell’assemblea, ma cosa potrebbe succedere se dovesse sottrarsi a questo obbligo?
La mancata esecuzione di una delibera assembleare costituisce un grave inadempimento per l’amministratore che, per questo motivo, rischia di essere rimosso dal proprio incarico senza bisogno di una decisione dell’assemblea.
Si tratta di un’irregolarità così grave che è possibile procedere alla revoca dell’amministratore mediante ricorso giudiziario su proposta anche di un solo condomino.
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Anche le delibere annullabili vanno attuate?
L’amministratore deve eseguire anche le delibere annullabili, vale a dire quelle adottate in difformità rispetto a quanto stabilito dalla legge.
Questo perché la delibera annullabile è efficace fino a quando non è dichiarata invalida dal giudice. Infatti i condomini assenti o dissenzienti potrebbero impugnare la delibera annullabile entro 30 giorni dall’adozione.
L’amministratore, in caso di delibera palesemente annullabile potrebbe cautamente attendere il decorso dei trenta giorni, trascorsi i quali se la decisione non è stata impugnata è sanata.
Le delibere nulle
Diverso è il discorso per le delibere nulle: queste ultime, infatti, non sono mai efficaci e, pertanto, esonerano l’amministratore dall’obbligo di attuarle.
In sintesi l’amministratore di condominio può rifiutarsi di applicare le deliberazioni assembleari, solamente nell’ipotesi di nullità, in quanto la decisione è inefficace sin dalla sua adozione.
Al contrario, nell’ipotesi di delibera annullabile, l’amministratore deve comunque provvedere alla sua esecuzione, in quanto l’annullabilità non preclude l’efficacia della decisione.