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Nel mondo si continuano a produrre milioni di tonnellate di plastica e materiali plastici, ma meno del 10% di questi rifiuti può essere riciclato. Tuttavia, nel mercato globale si sta imponendo la produzione di bioplastiche, un settore destinato a crescere anche in Italia. Oltre alla bioplastica, si stanno diffondendo materiali che, a differenza della plastica comune inquinante, possono essere compostabili o biodegradabili.
La presenza in casa di plastica compostabile e biodegradabile è sempre più diffusa, ma dove si buttano quando diventano rifiuti? In quale cassonetto andrebbero conferiti? Vediamo dove e come andrebbero smaltiti correttamente.
Quali sono le plastiche meno inquinanti?
Tutte le bioplastiche (dette anche bio-based) sono riciclabili, ma non tutte sono biodegradabili o compostabili. Ci sono differenze che bisognerebbe conoscere anche nell’acquisto consapevole di prodotti con imballaggi che risultino meno impattanti. Sicuramente la bioplastica rientra tra le tre tipologie di plastiche a minore impatto sull’ambiente. La scelta più amica dell’ambiente, del risparmio e dell’economia circolare deve però ricadere sulle plastiche compostabili. Prima di capire come smaltirle, è importante conoscere le differenze. Vediamo quali.
Cosa si intende per bioplastiche
La bioplastica è tra le plastiche meno inquinanti, ma non è la scelta più sostenibile delle tre opzioni. Può essere ricavata da biomassa vegetale, come il PLA (acido polilattico), che si ottiene da amido di mais, e con il processo di polimerizzazione diventa un materiale plastico in poliestere.
Cosa si intende per plastica biodegradabile
La plastica biodegradabile è ricavata da materiali biologici vegetali o animali, e da scarti di produzione, dunque non provenienti da fonti inquinanti come avviene per la plastica comune, generata anche dal petrolio. Questo materiale si degrada a contatto con batteri e funghi, quindi negli ambienti acquatici, gassosi o con biomasse.
Non tutti i materiali sono biodegradabili, ossia che possano essere degradati e trasformati in altre sostanze. Quella biodegradabile può essere riconvertita senza rilasciare sostanze inquinanti nell’ambiente.
Ad esempio, le bioplastiche come il Bio-PET o il Bio-PE non sono biodegradabili. Invece, il PBS, prodotto con fonti non rinnovabili, è biodegradabile.
Cos’è la plastica compostabile
Queste plastiche contengono pochissimi metalli pesanti, non sono fatte di plastica, e possono degradarsi fino al 90%. Tra gli imballaggi e i prodotti più diffuse, ci sono plastiche compostabili come le Mater-bi fatte di amido di mais, o altre ricavate dal grano, dalle patate e dalla tapioca.
Questi materiali si decompongono in meno del 90% anche entro i 3 mesi, se inseriti nel compost.
Qual è la differenza tra biodegradabile e compostabile?
Dalle definizioni sopraelencate si possono tracciare alcune considerazioni utili per la raccolta differenziata, il risparmio economico e la difesa dell’ambiente. Ecco cosa sapere, in sintesi:
- Tutti i rifiuti compostabili devono essere biodegradabili;
- Non tutte le plastiche biodegradabili sono compostabili;
- I costi di produzione della bioplastica sono troppo elevati e incidono molto sul prezzo finale;
- La bioplastica contribuisce alla deforestazione e incide più delle altre sull’inquinamento dovuto ai costi di trasporto;
- La scelta migliore per l’ambiente e la tasca è la plastica compostabile.
Dove si butta la plastica compostabile
Tutti i rifiuti in plastica compostabile dovrebbero essere conferiti nell’umido. Questi materiali diventano compost, gran parte del quale servirà come fertilizzante per terreni, utile contro gli effetti del riscaldamento globale e della desertificazione.
Dove si butta la plastica biodegradabile
A differenza di quella compostabile certificata, le plastiche biodegradabili non vanno gettate nell’umido, bensì nella raccolta plastica o nell’indifferenziato.
Inoltre, è importante sapere che la plastica compostabile non va raccolta con sacchetti biodegradabili, proprio perché non sono compostabili. Meglio in sacchetti di bioplastica o di carta.
Sia le plastiche biodegradabili, che compostabili, devono riportare in chiaro la dicitura corretta della tipologia di plastica, e la certificazione “UNI EN 13432”.
Come si ricicla la bioplastica
La bioplastica va buttata nell’umido, come la compostabile, e diventa rifiuto organico da convertire in fertilizzante. Infatti, i sacchetti per raccogliere la plastica compostabile da conferire nell’umido possono essere in materiale bio-based.