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La separazione coniugale è un momento delicato e complesso, che può portare a numerosi cambiamenti nella vita di chi ne è coinvolto. Tra le diverse questioni da affrontare, un interrogativo che spesso sorge è se, in seguito a una separazione, sia obbligatorio procedere con il cambio di residenza.
Esploriamo dunque le implicazioni legali legate a questo aspetto: analizziamo le normative vigenti in termini di cambio di residenza e separazione, così da comprendere se quando ci si separa bisogna cambiare residenza.
Separazione legale: cosa cambia sullo stato di famiglia
Innanzitutto, è fondamentale comprendere con precisione cosa sia esattamente la separazione, e le differenze con il divorzio.
La separazione legale, disciplinata dal Codice Civile, articolo 150 e successivi, non conclude il matrimonio né cancella lo status giuridico di coniuge. Con la separazione, cessano gli effetti tipici del matrimonio, quali l’obbligo di fedeltà e di coabitazione. A differenza del divorzio, la separazione è transitoria e consente la riconciliazione senza formalità.
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In caso di separazione legale, il giudice interviene, soprattutto quando i coniugi non raggiungono un accordo. Questo intervento decisionale si occupa di:
- autorizzare la coabitazione separata;
- definire le condizioni dell’affidamento dei figli minori e l’assegnazione della casa familiare;
- stabilire eventuali assegni di mantenimento.
Cosa comporta la separazione, a livello di stato di famiglia? La separazione porta alla disgregazione del nucleo familiare e implica un cambiamento nello stato di famiglia. Tale modifica influisce:
- sui calcoli dell’Isee;
- sul reddito;
- sulle agevolazioni fiscali.
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Quando ci si separa bisogna cambiare residenza?
Come abbiamo visto, dunque, dopo una separazione la questione del cambio di residenza diventa rilevante, considerando l’obbligo di coabitazione durante il matrimonio e l’assegnazione della casa familiare in caso di separazione autorizzata dal Tribunale.
Se il coniuge non assegnatario non trova subito una nuova abitazione, formalmente non è obbligato a cambiare residenza, purché il coniuge assegnatario accetti di ospitarlo temporaneamente. Tuttavia, permanere nella stessa residenza oltre il necessario potrebbe essere interpretato come un comportamento riconciliativo, rischiando di vanificare la separazione.
Nel caso di residenza formale mantenuta nella casa familiare dopo averla lasciata, il coniuge non assegnatario deve dimostrare la dimora abituale nella nuova abitazione per richiedere il cambio di residenza. Inoltre, la mancata comunicazione del cambio di residenza, soprattutto con figli minorenni coinvolti, può comportare il risarcimento di eventuali danni e l’avvio della procedura di irreperibilità se necessario.