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Un Fondo da 235 milioni di euro per i Comuni sotto i 15mila abitanti, da spendere nel biennio 2025/26. Cambiano i criteri di selezione dei progetti finanziabili.
Questa misura, allo studio del Governo, è destinata al recupero del patrimonio immobiliare per le opere di rigenerazione urbana. Il Fondo era già previsto in un decreto del febbraio 2022 e istituto presso il Ministero dell’Interno, ma oggetto di valutazioni attente.
Entro il 30 giugno cambieranno le modalità di assegnazione.
Fondo rigenerazione urbana: quando sarà disponibile?
Il Fondo è già pronto ma non ancora disponibile. L’esecutivo sta provvedendo alle modifiche ai criteri di selezione dei progetti per assicurare una distribuzione più uniforme delle risorse.
Il sottosegretario per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Giorgio Silli, aveva già anticipato notizie circa possibili correttivi da apportare al criterio dell’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM), su richiesta di alcuni esponenti delle opposizioni, secondo i quali l’Indice non corrisponderebbe alla realtà.
Entro il 30 giugno 2023, saranno individuati i criteri di riparto del Fondo, assicurando in ogni caso l’attribuzione delle risorse in proporzione al bisogno espresso da ciascuna Regione.
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Quanti soldi sono stati stanziati per la rigenerazione urbana?
L’Italia ha 3,3 miliardi di euro disponibili dal Pnrr per progetti di rigenerazione urbana, ossia per ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale nei quartieri più a rischio delle città e dei piccoli centri, da spendere in cantieri edili per la riqualificazione.
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Chi può accedere ai fondi: i criteri
In caso di modifiche, le risorse sarebbero così state assegnate dando ancora più priorità agli enti comunali sotto i 15mila abitanti, con un valore differente dell’IVSM, indice che quantifica le criticità sociali e materiali da ridurre con progetti di rigenerazione urbana.
Dopo i primi bandi assegnati nell’autunno 2022, si sono sollevate proteste da parte di alcuni Comuni esclusi che avevano indotto il nuovo Governo, appena insediato, a stanziare oltre 900 milioni di euro per scorrere la graduatoria e finanziare tutti i progetti di rigenerazione urbana presentati, a prescindere dalla Vulnerabilità Sociale e Materiale del Comune.
Non sono mancate le perplessità e le nuove valutazioni. Da qui, l’esigenza di adottare nuovi criteri di selezione dei progetti, diversi dall’IVSM e più rispondenti alla realtà dei territori.
“Per il momento – fa sapere Confindustria – il Governo ha risposto con il nuovo Fondo per la rigenerazione urbana nei Comuni sotto i 15mila abitanti, con una dotazione di 115 milioni di euro per l’anno 2025 e di 120 milioni di euro per l’anno 2026, istituito con l’articolo 14-quinquies della Legge 6/2023”.