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In principio la pandemia e poi l’aumento dei costi energetici hanno portato le strutture turistiche a rivedere i loro bilanci e piani di investimento.
Il report World Capital-Nomisma ci ha fornito dati concreti su quelle che sono le intenzioni dei protagonisti del settore.
Le strutture alberghiere nello scenario attuale
Il rincaro dei prezzi e del costo della vita hanno avuto conseguenze negative tanto sulle famiglie italiane quanto su servizi e attività.
Uno dei settori che più ha risentito della crisi è quello dell’ospitalità, che ha subito una battuta d’arresto.
Nonostante ciò, tuttavia, attualmente sembra che la situazione stia cambiando.
Dopo un periodo di difficoltà, infatti, il settore turistico si sta risollevando e gli operatori affermano che lo scorso anno il tasso di occupazione delle camere è aumentato dal 60% all’80%.
Questo, però, accresce la volontà degli albergatori di investire sempre di più nel potenziamento delle strutture.
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Secondo i risultati dello studio Hospitality-Previsioni 2023, a cura di World Capital in collaborazione con Nomisma, la metà degli albergatori è decisa ad investire nell’efficientamento energetico della struttura.
Hospitality: gli investimenti futuri
Tra coloro che sono intenzionati a modernizzare la propria struttura, il 45% dice che investirà per renderla più efficiente dal punto di vista energetico, mentre il 30% per renderla più digitale.
Inoltre, il 32% aspira a prendere in gestione esercizi ricettivi aggiuntivi e l’8% a vendere l’immobile che possiede ma a mantenerne la gestione. Cambia quindi la divisione tra proprietà e gestione delle strutture ma persiste l’esigenza di essere competitivi, con la tendenza crescente alla specializzazione delle funzioni.
Per far fronte al conseguente aumento dei costi di gestione, tuttavia, la maggior parte degli albergatori è intenzionata ad aumentare i prezzi dal 5 al 30%.