Indice dei contenuti
La Regione Emilia Romagna sta pensando a una deroga per consentire l’utilizzo di bruciatori a legna, quali stufe e camini, allo scopo di risolvere almeno in parte i problemi derivanti dagli elevati costi dell’energia causati dalla crisi energetica internazionale e aiutare le famiglie.
Cosa prevede il piano anti-inquinamento
In Emilia Romagna, vige da anni il divieto di utilizzare per scopi domestici caminetti a legna e stufe di vecchia generazione: la norma è valida in tutti quei territori che si trovano al di sotto dei 300 metri di altitudine e fa parte del piano anti-inquinamento.
Il piano della Regione da tempo è adottato da tutti i Comuni per i mesi invernali e comprende limitazioni per gli impianti a biomassa legnosa: non è quindi consentito l’uso di camini aperti, caminetti e stufe a legna o pellet.
Se fino al 2021 questa limitazione non destava problemi e non vedeva opposizioni, con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno di quest’anno tale regolamento si scontra con necessità più urgenti dovute al bisogno di scaldare le abitazioni e all’aumento del prezzo del gas causato dalla crisi energetica conseguente alla situazione politica, al minor approvvigionamento e all’elevato costo di materie prime e combustibili.
Le famiglie, specie quelle in maggiore difficoltà economica, potrebbero avere bisogno di affidarsi a stufe e camini per scaldarsi durante l’inverno e limitare così l’incidenza delle bollette elevatissime sul bilancio familiare.
Leggi anche: RISCALDAMENTI ALTERNATIVI PER STARE AL CALDO SENZA SPENDERE TROPPO
Il provvedimento allo studio per consentire l’uso delle stufe
Il Sindaco di Rimini a inizio ottobre attraverso un’ordinanza comunale ha tolto il divieto per questo inverno e ha permesso l’accensione di camini, per aiutare i cittadini in difficoltà e per tentare di dare una soluzione, seppur parziale, all’emergenza energetica, pur condividendo in linea di principio lo spirito della norma regionale in un’ottica di lotta all’inquinamento atmosferico.
Su questa scia, diversi sindaci dell’Emilia-Romagna hanno rappresentato la difficoltà ad applicare il divieto in un momento come questo, creando un fronte trasversale dal punto di vista dell’appartenenza politica e indipendente dai rispettivi partiti.
Alla Regione sono arrivate varie segnalazioni da molti Comuni che hanno bloccato il piano anti-inquinamento e che chiedono una sua revisione o quanto meno una sua sospensione, almeno locale, se non risulta possibile a livello nazionale.
A farsi promotrice di tale richiesta in Consiglio Regionale è la Lega e la Regione è al lavoro, per mediare tra le diverse esigenze e per rispondere alle richieste dei Sindaci.
È allo studio un provvedimento di deroga per stufe e camini su tutto il territorio, indipendentemente dall’altitudine, ma con dei limiti riguardanti il reddito: la sospensione del divieto potrà riguardare le famiglie con Isee inferiore ai 30.000 euro.