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Sono 732 i castelli abbandonati di Burj Al Babas, cittadina turca poco distante da Ankara. Ed è proprio il caso di dirlo: alle volte, la realtà supera la fantasia.
E così quello che pare uno scenario quasi difficile da immaginare persino nella più fantasiosa delle fiabe esiste per davvero e non è il frutto della penna di un prolifico scrittore.
Ma cosa ci fanno tutti questi splendidi castelli lasciati a se stessi? Scopriamolo insieme.
Burj Al Babas: un progetto ambizioso finito male
Quasi dieci anni fa, più precisamente nel 2014, venne avviato in Turchia un progetto immobiliare finanziato dalla Sarot Property Group che voleva realizzare nell’area un complesso residenziale di lusso.
Pensati come prestigiose case vacanze per facoltosi acquirenti, i castelli non vennero mai ultimati a causa di una grande crisi finanziaria che colpì la società costruttrice nel 2018.
A frenare il proseguimento della maestosa opera, si aggiunsero anche la crisi politica della Turchia e i costi del petrolio.
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Castelli da favola
Ispirati ai francesi castelli della Loira, queste residenze sono dotate di torri e balconi e si sviluppano su tre piani, sormontati da un abbaino.
I castelli sono tutti uguali fra loro, caratterizzati da finiture di pregio, domotica ed elementi quali ascensori e vasche a idromassaggio jacuzzi. Alcune costruzioni si affacciano su un lago privato artificiale.
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Visita alla città fantasma di Burj Al Babas
Il prezzo di vendita che i castelli avrebbero dovuto avere si aggirava intorno ai 500 mila dollari e su 732 castelli, 532 furono completati, mentre gli altri rimasero bloccati allo stato in cui si trovavano allo scoppio della crisi.
Nonostante alcuni tentativi, al momento è molto difficile immaginare un “piano B” e un futuro roseo per quest’opera, che ad oggi sembra una città fantasma e che, proprio per il suo fascino desolante, riesce comunque ad attrarre ogni anno numerosi curiosi in visita in Turchia, desiderosi di vederla con i propri occhi, magari immaginando quello che sarebbe dovuto essere e non è stato.
*Immagine in alto – Credits to Elledecor.com