Indice dei contenuti
A giugno, l’inflazione ha raggiunto un nuovo record: secondo l’Istat sale all’8% su base annua. E il carovita ha conseguenze non solo sull’aumento dei prezzi, ma anche sui tassi in salita dei mutui: vediamo cosa deve aspettarsi chi ha intenzione di acquistare una casa.
L’effetto dell’inflazione sui mutui
Per un finanziamento a 20-30 anni a tasso fisso che superi il 70% del valore della casa è difficile stare sotto il 3%, mentre rimane sotto l’1,5% il costo dei finanziamenti variabili:
- per un finanziamento a 20 anni, a tasso fisso si pagano in media 1.110 euro al mese contro i 965 del variabile;
- a 30 anni i fissi costano 843 euro, gli indicizzati 690.
L’aumento del costo dei mutui variabili è certo: a questo si aggiunge lo spread e, a fronte di un’inflazione in crescita, gli istituti è verosimile impongano maggiorazioni più alte.
Leggi anche: INFLAZIONE: QUALI BENI COSTANO DI PIÙ?
Inflazione e mutui: cosa succede all’immobiliare?
La conseguenza potrebbe essere quella di assistere a un crollo degli acquisti di seconde case da mettere a reddito.
Del resto gli affitti oggi non sono più una rendita così interessante: meglio un Btp a 10 anni, che rende al netto come una casa affittata, ma senza rischi sulle cedole e in caso di difficolta finanziarie è più liquido.
Sul rendimento degli affitti incide ancora l’inflazione: chi sceglie oggi la cedolare secca e non può recuperare nel tempo l’aumento del costo della vita, può aggiornare ogni anno il canone ma il guadagno reale viene eroso dalle tasse.
Considerando che nei prossimi mesi, con l’aumentare del costo della vita, potrebbero crescere i casi di morosità, la locazione non è un rischio che i proprietari vogliono correre: le case saranno nei prossimi anni acquistate sempre più come bene rifugio.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.