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Quando è possibile, prima di scegliere dove vivere e abitare, potremmo prendere in considerazione alcune variabili che incidono sugli indici di vivibilità.
Nell’era del cambiamento climatico possiamo proteggere la salute tenendo conto del cosiddetto fenomeno dell’isola di calore. Una variabile importante del microclima in città.
Cosa sono le isole di calore
L’isola di calore è il microclima che può aiutarci a capire se viviamo (o stiamo per traslocare) in un ambiente inquinato e soffocato dalla produzione eccessiva di calore e surriscaldamento dell’ambiente. Naturalmente il microclima di una zona densamente abitata sarà meno salutare che in un’area rurale o in altura.
Questo fenomeno è oggetto di studi degli scienziati. Il chimico britannico Luke Howard ci provò per la prima volta a studiarlo nel 1818, monitorando le differenti alterazioni termiche anche all’interno di una stessa città o di un’area ristretta.
La qualità del microclima in cui viviamo, quindi l’intensità delle isole di calore, dipende in sintesi dai seguenti fattori:
- Condizioni atmosferiche;
- Stagioni climatiche e ore del giorno;
- Densità urbana (ad esempio, in un quartiere soffocato da strade e palazzi difficilmente l’aria potrà riciclarsi);
- Servizi urbanistici e sostenibilità dei materiali edilizi (laddove manca la vegetazione il microclima sarà più caldo);
- Sostenibilità dei trasporti.
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Voglio andare a vivere in campagna, ma..
Si intuisce che il microclima sarà più salutare in zone meno soffocanti e meno densamente urbanizzate, con servizi di urbanizzazione di qualità, che includano il verde pubblico.
A oggi, Italia compresa, le città con un milione e oltre di abitanti registrano isole di calore più dannose per la salute. Tuttavia, oltre la metà della popolazione mondiale vive ancora nelle città. In virtù di questo, sempre più Comuni sono alla ricerca di soluzioni urbanistiche più sostenibili, per migliorare il microclima dei quartieri.
I progetti per mitigare le isole di calore
Le soluzioni potrebbero arrivare dallo spazio e dalle immagini satellitari, come quelle ottenute da Ecostress della Nasa. Il monitoraggio aiuterà le governance delle città a orientare scelte più sostenibili nelle politiche urbanistiche.
I ricercatori dell’Istituto per la Bioeconomia del Cnr di Firenze e dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) hanno già analizzato alcune città italiane, per monitorare il consumo di suolo e la presenza di vegetazione.
Esperti e ricercatori valutano soluzioni per mitigare l’impatto delle isole di calore. Tra queste, sono al vaglio tecnologie quali, pannelli geotermici per ridurre il calore sotterraneo e costruire case in modo sostenibile dal punto di vista dei consumi energetici.
In alcune grandi città come Roma l’Ispra sta elaborando veri e proprio programmi e piani di adattamento climatico. Città con isole di calore più temperate significa meno consumi energetici, meno logoramento dei materiali edilizi, qualità di vita più elevata.
Anche il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con Anci, con il supporto di Ispra, è al lavoro per un “Programma Sperimentale di interventi per l’adattamento in ambito urbano” rivolto alle città dai 60mila abitanti in su e ai centri storici dove risultano più difficili gli interventi di rigenerazione urbana.
Il progetto “Life metro adapt” della Città metropolitana di Milano serve proprio a individuare le isole di calore urbano anche nel centro storico, oltre che nei territori ad alto consumo di suolo.
Nel piccolo “orticello di casa nostra” possiamo sforzarci quotidianamente di adottare comportamenti e scelte più ecosostenibili e sane per il benessere nostro, e del “vicino di casa”.
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