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In occasione del World Water Day è stato presentato al Senato il primo rapporto sulla risorsa idrica in Italia, il “Water Economy in Italy”.
Dal dossier, redatto dagli esperti di Proger, emerge che l’Italia è più piovosa di Olanda o Germania. Malgrado questo, il rischio siccità resta elevato nel nostro Paese.
Una rete colabrodo: ecco perché l’Italia è a rischio siccità
Poca neve e fiumi in secca.
Dal Po, che si sta “salinizzando” dalla foce, sono emersi relitti della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante questo il nostro Belpaese riceve più acqua dal cielo che in altri Stati membri Ue.
Ma come mai l’Italia è a rischio siccità?
Il rapporto della società di Ingegneria generale Proger, redatto con la collaborazione della Fondazione Earth and Water Agenda, fa riflettere, poiché l’Italia risente di due problemi strutturali, che prescindono dai cambiamenti climatici, e sono:
- Carenza di infrastrutture idriche per gestire e utilizzare l’acqua quando e dove serve.
- Dispersione lungo gli acquedotti (una rete colabrodo che fa perdere oltre il 40% dell’acqua potabile prelevata e che non arriva ai rubinetti).
Inoltre, vantiamo ben 531 grandi dighe la cui capacità d’invaso sarebbe di 13,652 miliardi di mc, ma i volumi reali sono inferiori del 35%, a causa dei ritardi nelle procedure di collaudo tecnico-funzionale, per interramento progressivo per mancato drenaggio e per carenza di nuovi investimenti.
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Servono più interventi con investimenti pubblici e privati
Lo studio dettagliato “Water Economy in Italy” pone l’accento sull’assoluta priorità della salvaguardia delle acque nelle scelte strategiche del Paese.
La minaccia idrogeologica resta un altro problema endemico, ma occorrono interventi, opere pubbliche strategiche, investimenti pubblici e privati, e nuovi comportamenti antispreco, quali:
- Potenziamento della capacità di stoccaggio
- Sostituzione e rigenerazione di reti ed impianti
- Realizzazione di nuove infrastrutture
- Riuso delle acque reflue e riduzione sprechi
- Ricarica programmata delle falde idriche
- Desalinizzazione e utilizzo dell’acqua di mare
- Applicazione di tecnologie innovative e basate sull’intelligenza artificiale che assicurino il risparmio ed il controllo della risorsa
Un Belpaese dall’equilibrio fragile
L’Italia deve fare i conti anche con il rischio idrogeologico, che negli ultimi decenni ha causato morti e distruzioni di infrastrutture.
Ben 4,8 milioni di italiani vivono in territori a rischio piena con codice rosso. Basti pensare che delle frane registrate sul territorio europeo oltre l’80% riguardano il nostro Paese.
Tra alluvioni, fenomeni estremi e improvvisi, secche prolungate, dal 2000 al 2022, l’Italia è stata colpita da gravi periodi di siccità con danni complessivi tra agricoltura, alimentare, industriale, energetico, pari a 20 miliardi di euro.
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Gli italiani consumano meno acqua potabile
Il basso consumo di acqua potabile non incentiva gli interventi pubblici. Eppure, vantiamo la tariffa media più bassa d’Europa (176,16 euro di consumi medi per una famiglia di 3 persone).
Tuttavia, bisogna fare i conti anche con le sanzioni europee: l’Italia è costretta a versare 165mila euro al giorno (circa 60 milioni l’anno) a causa delle infrazioni in materia di infrastrutture idriche, in particolare di sistemi di depurazione e filtraggio delle acque reflue da utilizzare in ambito agricolo, industriale e civile.