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L’emergenza sanitaria Covid non ha certo aiutato le performance ambientali del nostro paese: a confermare questo trend ci ha pensato di recente ’”Ecosistema Urbano 2021”, il tradizionale rapporto curato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.
Il Covid non ha incentivato le iniziative green
Gli italiani hanno progressivamente abbandonato l’uso dei mezzi pubblici, prediligendo il trasporto privato, cosa che naturalmente ha conseguenze importanti sui livelli di smog che sono arrivati a raggiungere livelli preoccupanti.
Questo, sostanzialmente, è l’attuale quadro che emerge dal Rapporto, dove a livello ambientale si mettono in luce scarsissime note positive, come ad esempio la crescita dei chilometri di piste ciclabili. Il Covid dunque ha colpito duramente anche le performance dei capoluoghi italiani in termini di sostenibilità che, ad eccezione di qualche isolato caso, non hanno dato segni di avanzamento.
La classifica
A mettere in evidenza il miglior andamento è stata Trento che registra un miglioramento nella raccolta differenziata, nella diffusione di piste ciclabili, nell’uso del suolo e nella concentrazione di NO2 e PM10. Ad occupare il secondo posto in classifica è Reggio Emilia che vede aumentare lo spazio per pedoni e biciclette e il numero di alberi piantati, seguita da Mantova che migliora la raccolta differenziata, la qualità dell’aria e argina le perdite della rete idrica.
Dal lato opposto della classifica troviamo, per peggiori performance, Brindisi dove l’efficienza nell’utilizzo del suolo risulta praticamente inesistente, Catania che vede un peggioramento nella raccolta differenziata e Palermo che registra un netto aumento della produzione di rifiuti pro capite. I dati elaborati nel report di Legambiente hanno presto in considerazione i risultati di 105 capoluoghi della nostra penisola, analizzati secondo 18 indicatori importanti per l’ambiente e che si dividono in sei grandi macro aree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
di Francesca Lauritano