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Le decisioni prese a Francoforte hanno pesanti ripercussioni in tutta Europa e incidono significativamente sulla vita di ognuno di noi. Ne è un esempio l’andamento dei tassi di interesse, che la Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere invariati per la prima volta dopo 10 rialzi consecutivi. Il tasso, dunque, resta al 4.50%, ma gli aumenti durati 15 mesi sono tutt’altro che indifferenti per i mercati, compreso quello dei mutui.
L’andamento dei mutui nel 2023
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nel secondo trimestre del 2023 le erogazioni dei mutui sono calate del 33%. Se si considera il primo semestre dell’anno, il crollo è del 29,9%. Nei primi nove mesi dell’anno, dunque da gennaio a settembre, la contrazione della richiesta ha toccato il 19,9%.
Cosa significa tutto ciò? Da un lato, i dati indicano che i cittadini sono più restii ad accendere un mutuo, proprio a causa dei tassi di interesse sempre più alti che, in caso di mutuo a tasso variabile, li espongono ad altissimi rischi. Dall’altro, anche le banche sono diventate più caute e hanno aumentato i criteri sulla base dei quali scegliere a chi concedere i mutui.
Come cambiano le compravendite immobiliari
Ma c’è anche un altro elemento da prendere in considerazione. I dati evidenziano che l’erogazione dei mutui sta rallentando più rapidamente della contrazione delle compravendite immobiliare: nei primi sei mesi del 2023, la prima ha roccato il 29,9%, la seconda si è fermata al 16%.
Questo significa che attualmente il mercato immobiliare italiano si regge (anche) su chi decide di acquistare un immobile senza chiedere aiuto alle banche, ma contando solo sui propri mezzi finanziari.