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Il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale sono ormai temi più che conosciuti. Giovani di tutto il mondo si sono fatti ambasciatori del problema con l’obiettivo di smuovere animi e comportamenti di politici e nazioni.
Ma nonostante ciò, secondo un’analisi dell’Ocse, le ragazze e i ragazzi italiani sono tra i meno attenti quando si tratta di attuare quotidianamente politiche di risparmio energetico.
Luci accese in stanze lasciate vuote, acqua calda per docce smisurate e così via, sono solo alcuni esempi dei comportamenti poco accorti che vengono tenuti dai nostri ragazzi.
Come risparmiare energia: dalla teoria alla pratica
I dati raccolti dall’Ocse in occasione dei test Pisa sulle competenze in lettura, matematica e scienze ad alunni di seconda superiore raccontano di adolescenti interessati: quattro quindicenni su cinque si informano riguardo il fenomeno.
Ma quando si passa dalla teoria alla pratica, chiedendo loro quali scelte si possa fare per tutelare l’ambiente o contenere i consumi, è tutta un’altra storia.
Tra gli studenti meno attivi spiccano gli italiani, che non risultano supportati nell’affrontare questi temi ne dalla formazione scolastica ne dalle famiglie: quattro su dieci affermano, infatti, di non fare nulla per limitare il consumo di energia in casa.
In particolare, i nostri quindicenni si sono classificati terzultimi al mondo in materia di risparmio energetico, lasciando indietro solo i coetanei lettoni e bulgari.
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Tutela dell’ambiente: come coinvolgere attivamente i giovani?
Per coinvolgere i giovani, in merito a qualunque argomento, servono prima di tutto due fattori importanti: l’esempio dei più grandi e la conoscenza del tema. E sono proprio questi i due grandi problemi rilevati da uno studio curato per l’Ocse da Francesca Borgonovi e Ottavia Bussino.
Prima di ogni cosa, sostengono gli esperti del settore, è necessario porre rimedio all’assenza di modelli di comportamenti virtuosi in famiglia e, successivamente, inserire nei curricula materie specificatamente inerenti all’ambiente e al nostro rapporto con esso.
Possibilmente, migliorando la nostra capacità di approcciare a questi temi che oggi come oggi risultano scarsamente attrattivi agli occhi dei più giovani.