Indice dei contenuti
Il Consiglio di Stato, in seguito a una sentenza recente, ha spiegato che a determinare il calcolo degli oneri di urbanizzazione è il maggior carico urbanistico che consegue all’intervento effettuato.
Si tratta della sentenza 7191/2022 che riguarda un contenzioso tra un Comune e un privato che ha ampliato i volumi di un edificio e ne ha cambiato la destinazione, chiedendo solo successivamente la sanatoria edilizia.
Sanatoria per l’ampliamento di un immobile: cosa sapere
I fatti stanno come segue.
Il proprietario di un immobile ha presentato al Comune la richiesta di sanatoria per l’ampliamento di un suo immobile e per il cambio di destinazione, da artigianale a commerciale.
Il Comune per concedere la sanatoria ha chiesto che venissero pagati i costi di costruzione e gli oneri di urbanizzazione che il proprietario dell’immobile ha trovato troppo alti.
Secondo il proprietario dell’immobile, il Comune ha fatto i calcoli sulla base di una volumetria già esistente che era stata già pagata al momento del rilascio del titolo originario.
Il proprietario, inoltre, ritiene che non ci siano costi da sostenere, quando si fa un cambio di destinazione d’uso.
Leggi anche: IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO DA CANTINA AD ABITAZIONE: QUALE TITOLO ABILITATIVO È NECESSARIO?
Cambio di destinazione d’uso: quali sono i costi?
Secondo i giudici, l’aumento del volume abusivo, insieme al cambio di destinazione, provoca un aggravio del carico urbanistico, perciò in base all’articolo 36 del Testo unico dell’edilizia è necessario raddoppiare il costo di costruzione.
Il concetto fondamentale del contributo di urbanizzazione ha a che fare, infatti, con la necessità di ridistribuire i costi sociali delle opere di urbanizzazione, facendoli gravare su chi ne ha beneficio.
Si è aggiunto il parere del Consiglio di Stato che ha sostenuto che il pagamento degli oneri di urbanizzazione sono connessi all’aumento del carico urbanistico provocato dal nuovo lavoro.
Come fare a capire se un nuovo intervento provoca un aggravio del carico urbanistico? Basta solo che sia mutata la struttura e la fruibilità dell’edificio.
Il Consiglio di Stato, in questo modo, ha confermato la validità dei calcoli eseguiti dal Comune.