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Strade deserte, botteghe abbandonate, case e borghi medievali, rovine dell’antica Etruria, castelli infestati di fantasmi e leggende. Questa è la Toscana delle “ghost town”, quella meno nota e distante dai fasti rinascimentali. Luoghi a rischio abbandono, ma dal fascino unico e dal passato spesso drammatico come la trama di un giallo o la sceneggiatura di una serie tv.
Esplorare questi borghi significa fare un tuffo nella storia, e nelle memorie sbiadite o da riallacciare. La Toscana nasconde almeno 20 borghi fantasma, ciascuno con la propria storia da raccontare. Scopriamo perché visitarli, soprattutto quando si è alla ricerca di un rifugio dal caos quotidiano.
Cosa sono i borghi fantasma in Italia?
I borghi fantasma in Italia sono località un tempo abitate e ora abbandonate, spesso a causa di calamità naturali, guerre passate o migrazioni. L’Italia, con i suoi oltre 8000 paesini e centri storici, vanta in ciascuna regione almeno un borgo disabitato.
Alcuni di questi centri disabitati sono interessati da opere di riqualificazione urbana e misure per incentivarne il ripopolamento.
Questi luoghi, seppur in rovina, mantengono un fascino particolare che attira appassionati di storia e curiosi da ogni parte del mondo.
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Quali città fantasma visitare in Toscana?
La Toscana è tra i territori italiani dove queste città-fantasma si nascondono, spesso arroccate sulle colline o aggrappate tra le rocce degli Appennini.
Rocca San Silvestro, un antico villaggio minerario,
, sono solo due esempi. Altri paesini, come Bugnano e Col di Favilla, furono abbandonati per la loro difficile accessibilità o per cambiamenti infrastrutturali. Località come Poggio Santa Cecilia e l’Isola di Pianosa sono disabitate per motivi differenti, mentre Serelli e Roveraia portano le cicatrici della Seconda guerra mondiale ancora visibili come traccia di un passato che non deve più tornare. Questi borghi evocano un fascino malinconico, incorniciati dalla bellezza naturale dei paesaggi toscani.
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Le città fantasma da visitare in Toscana: 20 borghi scelti
Diversi siti e gruppi sui social condividono informazioni su come raggiungere questi borghi, cosa visitare e come organizzarsi laddove ci sono restrizioni vigenti per accedervi. Eccone una selezione:
Toiano (Palaia, Pisa)
Antico borgo medievale con un castello e un ponte levatoio, abbandonato ma ancora visitabile. Inserito dal FAI nei “luoghi del cuore da salvare”, è un centro di grande interesse fotografico.
Brento Sanico (Firenzuola, Firenze)
Il borgo è abbandonato dal 1951, quando l’ultima famiglia se ne andò. Il declino di Brento è dovuto alla costruzione di moderne autostrade e strade statali nel periodo post-bellico, che tolse al paese la sua importanza strategica.
Il nome, di origine germanica, significa “ben protetto dalle intemperie del vento”.
Buriano (Pisa)
Si trova a Montecatini Val di Cecina, ed è destinato a diventare un borgo resort. Acquistato da un gruppo svizzero, è previsto che venga trasformato in una struttura ricettiva con 120 posti, sebbene attualmente sia ancora in stato di abbandono.
Castelnuovo dei Sabbioni (Cavriglia, Arezzo)
Disabitato dagli anni Sessanta per problemi di sicurezza dovuti all’estrazione della lignite. Oggi ospita il MINE – Museo delle Miniere e del Territorio.
Fabbriche di Careggine (Careggine, Lucca)
Antico borgo sommerso dal Lago artificiale di Vagli, riemerge solo quando le acque vengono svuotate per manutenzione, portando alla luce alcune abitazioni spettrali, una chiesa romanica e un ponte a tre arcate.
Rocca San Silvestro (Campiglia Marittima, Livorno)
Centro abitato fondato nel X-XI secolo e abbandonato con la chiusura delle miniere. Visitabile nel Parco Minerario di San Silvestro.
Bugnano (Bagni di Lucca, Lucca)
Costituito da circa 50 case, è stato abbandonato a causa della difficile accessibilità. Si trova sotto i Monti di Villa, ed è particolare per la presenza di una fitta vegetazione che ha ripreso i suoi spazi tra sentieri e resti del borgo.
Villa Saletta (Palaia, Pisa)
Borgo medievale che si anima solo in estate per il consueto festival di teatro popolare. Abbandonato da decenni, conserva un fascino particolare.
Formentara (Zeri, Massa e Carrara)
Antico alpeggio estivo per i pastori, con circa 30 abitazioni e un oratorio dedicato a San Bartolomeo.
Col di Favilla (Stazzema, Lucca)
Negli anni Sessanta la costruzione di una strada alternativa prese il posto di questo villaggio, oggi raggiungibile attraverso diversi sentieri che attraversano la natura.
Lucchio (Bagni di Lucca, Lucca)
Considerato il paese più arroccato e nascosto della Toscana, con una fontana antica e una rocca ancora visitabili.
Fornello (Vicchio, Firenze)
Ex villaggio ferroviario, disabitato dopo la chiusura della miniera. L’ideale per gli amanti delle vecchie ferrovie.
Mirteto (San Giuliano Terme, Pisa)
Borgo monastico del XII secolo, con una chiesa romanica ancora accessibile. Molti edifici sono pericolanti.
Isola di Pianosa (Campo nell’Elba, Livorno)
Storico carcere, oggi deserto e visitabile solo con restrizioni. Fu la prigione di Sandro Pertini. Fino al 1998 è stata colonia penale di massima sicurezza, adatta a un esilio o una fuga dalla frenesia quotidiana.
Poggio Santa Cecilia (Rapolano Terme, Siena)
Frazione risalente al XII secolo, Garibaldi vi soggiornò per curarsi. Oggi è completamente disabitato; una vera ghost town da scoprire.
Bivignano (Arezzo)
Antico borgo agricolo con una chiesa e i resti di un castello. Distrutto durante la Seconda guerra mondiale, porta i segni del suo abbandono.
Calbi (Arezzo)
Situato alle falde del Monte Lignano, abbandonato da decenni. Ancora oggi sono evidenti e visitabili i paramenti murari e il campanile a vela sulla facciata della Chiesa di San Pietro;
Castiglioncello (Firenze)
Abbandonato dal Settecento, quando l’antica strada venne sostituita da una nel fondovalle.
Raggiungibile a piedi, da non confondere con Castiglioncello sul mare, una delle litoranee più interessanti d’Italia con tracce e testimonianze della civiltà Etrusca.
Cavagliano (Prato)
Abbandonato nel dopoguerra, oggi ridotto a ruderi. Merita una tappa soprattutto per il contesto naturale in cui si trova.
Montingegnoli (Siena)
Situato nei pressi di Radicondoli, tra le valli del fiume Cecina e del Merse, è in gran parte chiuso al pubblico, ma una sezione è ancora visitabile. Nonostante sia disabitato da oltre un secolo, il borgo è conservato perfettamente, con dettagli originali risalenti all’anno 1100.