Le metropolitane sono linee e snodi fondamentali del sistema di trasporto pubblico del Paese. Oggi, nelle varie città attraversate dal metrò, in profondità o in superficie, questa infrastruttura offre un servizio rapido, efficiente e più eco-sostenibile, movimentando ogni giorno milioni di cittadini italiani e visitatori.
Ma qual è la metropolitana più vecchia d’Italia? Quando si è concretizzata la prima corsa in assoluto? La risposta non è semplice, perché il concetto di metropolitana come servizio del trasporto pubblico locale si è evoluto nel tempo. Inoltre, il primato dipende anche dal fattore estetico, perché le linee e le stazioni italiane non sono tutte uguali.
Ripercorriamo le tappe di questa corsa verso la transizione e la mobilità sostenibile .
Chi ha creato la metro?
La storia delle metropolitane in Italia comincia tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, con i primi cantieri per la costruzione di alcuni tratti a Napoli, Roma e Milano. Nel corso del tempo, la rete metropolitana si è ampliata e diffusa in diverse città italiane, diventando una parte integrante della vita quotidiana.
La prima linea metropolitana ufficialmente definita tale fu inaugurata a Roma il 9 febbraio 1955 dall’allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. Fu chiamata “Metropolitana A”, poi rinominata Linea B. Come testimonia il cinegiornale dell’epoca, collegava la stazione Termini con il quartiere E42, l’attuale EUR.
Nel corso degli anni ’60 e ’70, la rete metropolitana italiana si è ampliata con la costruzione di nuove linee in diverse città, tra cui Napoli, Torino, Genova e Firenze. Ma i primi esperimenti partirono da Napoli.
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Qual è la metropolitana più antica d’Italia?
Trent’anni prima dell’inaugurazione a Roma, precisamente nel 1925, fu aperto a Napoli il primo servizio ferroviario metropolitano, considerato l’antesignano delle moderne metro. All’epoca era gestito da Ferrovie dello Stato (FS) con il nome di “metropolitana FS“.
Tuttavia, non fu ritenuta una vera e propria metropolitana secondo le normative vigenti a quel tempo, e neppure si poteva immaginare come si sarebbe evoluto il servizio.
La definizione ufficiale di “metropolitana” arriva solo nel 1970 con la legge numero 1042 del 29 dicembre 1969. Questa normativa apre uno spartiacque verso la metropolitana moderna. La legge del 1969 fu istituita 14 anni dopo l’apertura di quella che a oggi è considerata la prima vera metropolitana italiana, la linea Termini-E42 inaugurata a Roma nel 1955.
La città partenopea può sicuramente vantare il primato estetico. Infatti, il capoluogo campano, oltre ad aver avviato l’esperimento più antico, oggi può vantare una delle linee metropolitane più bella d’Europa. Con le sue stazioni dell’arte, decorate da opere di artisti di fama internazionale, si candida anche come la più bella d’Europa.
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La metropolitana di Napoli
La Metropolitana di Napoli è un museo sotterraneo. Scendendo le scale che conducono alle profondità, ci si immerge in una vera e propria galleria all’ombra della caotica città.
La stazione Toledo, ad esempio, è un tripudio di colori e mosaici, con il suo Crater de Luz che illumina l’atrio principale. Un’opera d’arte che ha portato la stazione a vincere il premio “Emirates Leaf International Award” nel 2013.
Toledo non è l’unica perla del servizio. Università vanta un’installazione di mosaici che ripercorre la storia della scienza, mentre Dante è un omaggio al Sommo Poeta con sculture e bassorilievi. E ancora, Materdei si ispira al tema del mare con maioliche e giochi di luce, mentre Museo ospita reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi per la costruzione della linea.
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La Metropolitana e gli altri primati di Napoli
La nascita della Metropolitana di Napoli risale ai primi del Novecento, quando l’allora Società Ferrovie Meridionali progettò una linea di collegamento tra il centro città e la periferia. I lavori iniziarono nel 1912, ma la Prima Guerra Mondiale ne ritardò la conclusione. Si dovette aspettare il 6 maggio 1925 per salire sulla prima corsa.
Così, la linea 1 che collega Piscinola a Garibaldi, è considerata l’antesignana delle linee moderne del secondo dopoguerra. Testimonianze preziose di questo inizio sono le immagini di alcuni film, tra cui “L’oro di Napoli” di Vittorio De Sica e “Metropolis” di Fritz Lang, con scene ambientate nella metropolitana di Napoli.
Il metrò napoletano è stato precursore anche nella cura dell’estetica, tanto che le reti e le stazioni metropolitane italiane risultano oggi tra le più decorate in Europa, con una particolare attenzione all’architettura e all’arte.
Infine, è stata anche la prima in Italia ad utilizzare le scale mobili, mentre la stazione di Toledo è a oggi la più profonda d’Italia, con una discesa che raggiunge i 45 metri.