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Il mondo è ricco di meraviglie naturali da scoprire. Non si può dire che le culture millenarie di tutto il mondo non siano riuscite a incantare grazie ad opere architettoniche sempre più audaci, suggestive e intrise di significato e storia.
Scopriamo le origini delle 7 meraviglie del mondo antico, per comprendere l’incanto che si apriva di fronte agli occhi dei nostri avi più fortunati, i quali avevano la possibilità di poter godere di queste meraviglie senza eguali.
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Piramide di Cheope
La Piramide di Cheope, meglio conosciuta come la Grande Piramide di Giza, è un monumento senza eguali che si erge imponente sull’Altopiano di Giza, testimonianza tangibile della grandezza e dell’ingegno degli antichi egizi.
Commissionata per il faraone Cheope nel lontano XXVI secolo a.C., questa struttura maestosa è sopravvissuta al trascorrere dei millenni, rimanendo come l’unica delle sette meraviglie del mondo antico ancora in piedi.
La sua costruzione, avvenuta sotto la guida, si presume, dell’abile architetto Hemiunu, cugino e stretto consigliere di Cheope, è stata un’impresa titanica che ha richiesto ingegnosità, sforzi colossali e una precisione incredibile. Per un periodo durato circa 27 anni, la Grande Piramide è stata destinata a essere la tomba eterna del potente sovrano.
Completata intorno al 2560 a.C., la Grande Piramide di Giza è stata la struttura più alta del mondo per oltre tre millenni e mezzo, con la sua impressionante altezza di 146 metri. È un tributo straordinario all’abilità tecnica degli antichi costruttori egizi, che hanno impiegato oltre 2,3 milioni di massi di pietra per erigere questa meraviglia architettonica. Alcuni di questi blocchi, enormi e massicci, pesavano più di 80 tonnellate.
Oltre alla sua grandezza fisica, la Grande Piramide continua ad alimentare la curiosità e lo stupore di studiosi e visitatori di tutto il mondo, offrendo un’opportunità senza pari per esplorare e comprendere il passato glorioso dell’antico Egitto e l’ingegnosità senza tempo dei suoi abitanti.
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Colosso di Rodi
Il Colosso di Rodi era un’imponente statua che incarnava la maestosità e la devozione degli antichi greci nei confronti di Helios, il Dio del sole. Alta ben 32 metri e interamente rivestita di bronzo, questa magnifica opera era destinata a dominare l’ingresso del porto principale di Rodi, fungendo da faro simbolico e da testimonianza del fervore religioso dell’isola.
Purtroppo, la grandezza del Colosso è ora relegata al regno delle leggende e dei racconti antichi, poiché un terremoto lo ridusse in rovine, cancellando la sua presenza dalla superficie della terra. La decisione dei rodesi di non ricostruirlo, temendo la vendetta divina, ha contribuito a rendere il destino del Colosso ancora più misterioso e avvolto nel mito.
Contrariamente alla credenza popolare, recenti scoperte e studi archeologici suggeriscono che il Colosso potrebbe non essere stato posizionato all’ingresso del porto, bensì su un pilastro all’interno dell’Acropoli di Rodi, che in seguito divenne la città dei Cavalieri di Malta.
Tempio di Artemide
Nell’antica città di Efeso, in Turchia, si ergeva maestoso il Tempio di Artemide, una delle più celebri meraviglie del mondo antico. Costruito intorno al 560 a.C., questo magnifico santuario era una testimonianza dell’ingegno e della grandezza dell’antica architettura greca.
La sua fama si estendeva ben oltre i confini di Efeso, probabilmente per le sue dimensioni imponenti: con una lunghezza di 115 metri e una larghezza di 55 metri, era quattro volte più grande del Partenone di Atene. Purtroppo, la storia del Tempio di Artemide è segnata da distruzioni e tragedie.
Le incursioni dei Goti e l’azione devastante dell’Arcivescovo di Costantinopoli hanno portato alla sua demolizione, riducendo questa magnifica creazione agli attuali pochi resti che sopravvivono. La scoperta di questo luogo sacro si deve all’archeologo inglese John Turtle Wood, che trovò i primi resti nel 1869.
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Mausoleo di Alicarnasso
Il Mausoleo di Alicarnasso, un’imponente struttura funeraria eretta da Artemisia in onore del suo defunto marito e fratello Mausolo, governatore della Caria nell’antica Anatolia, è stato uno dei monumenti più grandiosi e celebrati del mondo antico.
Costruito in soli tre anni, tra il 353 e il 350 a.C., questo maestoso edificio si elevava fino a raggiungere 42 metri di altezza, distinguendosi per la sua magnificenza e grandiosità, tanto da meritare un posto tra le sette meraviglie del mondo antico.
Il Mausoleo si componeva di quattro parti distintive: un piedistallo dettagliatamente decorato nella parte inferiore, un tempio circondato da 36 colonne ioniche, una piramide con 24 gradini e, a coronare il tutto, una quadriga di marmo. L’opera era così straordinaria e famosa che il termine “mausoleo” deriva proprio da questo monumento.
Purtroppo nel 1494 d.C. un devastante terremoto lo rase completamente al suolo, lasciando solo alcuni frammenti delle sue magnifiche decorazioni. Fortunatamente, alcuni dei reperti – tra cui la quadriga e i cavalli che adornavano la cima del mausoleo insieme ad altri elementi decorativi – sono oggi esposti al British Museum di Londra.
Statua di Zeus
Nel maestoso Tempio di Zeus ad Olimpia, un tempo sede di celebrazioni e riti religiosi in onore del potente dio dell’Olimpo (qui si celebrarono i primi Giochi Olimpici della storia), sorgeva una delle 7 meraviglie del mondo antico: la statua di Zeus, realizzata dal celebre scultore Fidia.
Alta circa 12 metri e iniziata nel 436 a.C., questa monumentale opera richiese oltre 20 anni di lavoro per essere completata. Conosciuta per la sua struttura “crisoelefantina” (oro e avorio insieme), gli archeologi hanno rivelato nel corso del tempo che la sua creazione coinvolse una vasta gamma di materiali, tra cui ceramica, ossidiana e lamine di piombo.
La scoperta delle matrici di terracotta utilizzate per modellare il manto della statua, avvenuta nel XX secolo, ha inoltre fornito preziose informazioni sul complesso processo di realizzazione. Le lamine d’oro venivano martellate una per una e decorate con pezzi di vetro, conferendo alla statua un’eleganza e una raffinatezza straordinarie.
Dopo quasi otto secoli dalla sua creazione, la statua subì un destino tragico: fu trasferita dal tempio abbandonato di Olimpia a Costantinopoli per far parte della collezione del Palazzo di Lauso, un alto funzionario imperiale. Purtroppo, nel 475 d.C., sia il palazzo che la sontuosa statua furono vittime di un devastante incendio, segnando la fine di questa straordinaria meraviglia del mondo antico.
Faro di Alessandria
Il Faro di Alessandria, eretto tra il 300 e il 280 a.C. sull’isola di Pharos di fronte al porto di Alessandria d’Egitto, è un’icona della grandezza e dell’ingegneria dell’antichità; rappresenta una delle realizzazioni più avanzate della tecnologia ellenistica.
Questo maestoso faro, commissione di un mercante greco, fu progettato con l’obiettivo di migliorare la sicurezza del traffico marittimo nella zona, caratterizzata da pericolosi banchi di sabbia e dalla mancanza di punti di riferimento naturali.
La sua costruzione consentì di segnalare con precisione la posizione del porto alle navi in entrata e in uscita: durante il giorno, speciali specchi di bronzo lucidato riflettevano la luce del sole fino al largo, mentre di notte venivano accesi dei fuochi per guidare i naviganti.
Si stima che la torre del faro raggiungesse un’altezza di 134 metri, rendendola una delle più alte strutture dell’epoca e, secondo le testimonianze, poteva essere avvistata da una distanza di 48 chilometri. Questo le conferisce il titolo di primo grattacielo della storia. Purtroppo, la sua maestosità non ha resistito alla furia della natura: due terremoti devastanti nel XIV secolo ne causarono la distruzione.
Oggi, i resti del Faro di Alessandria possono essere esplorati tramite escursioni subacquee.
Giardini Pensili di Babilonia
I Giardini Pensili di Babilonia sono uno degli enigmi più affascinanti dell’antichità, avvolti nel mistero e nella controversia. Si dice che abbiano adornato la capitale dell’Impero neobabilonese, costruiti dal grande re Nabucodonosor II nel VI secolo a.C.
Tuttavia, la loro esistenza è oggetto di dibattito tra gli storici. Alcuni studiosi suggeriscono che i giardini potrebbero essere stati situati a Ninive, capitale dell’Impero assiro, mentre altri si affidano alle descrizioni degli scrittori classici, come Beroso di Kos, il primo a darne testimonianza scritta.
C’è persino chi mette in dubbio l’esistenza stessa dei giardini, considerandoli solo frutto dell’immaginazione degli antichi. Beroso di Kos descrisse terrazze di pietra simili a montagne ricche di alberi e fiori di ogni sorta. Secondo la sua narrazione, queste terrazze con vegetazione sospesa furono create per lenire la nostalgia della moglie di Nabucodonosor II, Amytis di Mede, per la sua terra natia, ricca di verdi colline.
Nonostante la mancanza di prove tangibili, i Giardini Pensili di Babilonia rimangono un simbolo di bellezza e grandiosità nell’immaginario collettivo, evocando il fascino dei mondi antichi e delle loro meraviglie perdute