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Perché la festa di Halloween affascina così tanto? Il sociologo Jean Baudrillard ha dato una chiave profonda alla risposta di questo interrogativo.
“Non c’è niente di più divertente di Halloween. Questa festa sarcastica riflette una domanda infernale di vendetta da parte dei bambini sul mondo degli adulti”.
Halloween è una sorta di rivalsa dei più giovani sul mondo confezionato degli adulti. Una specie di zona franca dove il divertimento è concesso, in un periodo dell’anno che già si fa faticoso, a metà strada tra il ritorno dalle vacanze e l’attesa del Natale. Del resto, anche la cinematografia e la letteratura hanno incentrato la narrazione su questo doppio confronto tra bambini e adulti.
Ancora oggi, si fa presto a dire che Halloween è una festa che non ci appartiene. O che è solo commerciale. Ma la storia è molto più complessa, e dentro ci sono storia, usanze e antiche tradizioni ancora oggi resistenti al tempo.
Ripercorriamole.
Perché si festeggia Halloween?
Siamo sicuri che anche quest’anno si parlerà di Halloween e del suo rapporto rispetto al paganesimo e al consumismo. L’Italia, un Paese che non fa mai abbastanza i conti con la storia, sembra avvitarsi attorno a questo interrogativo.
Perché si festeggia Halloween? Perché questo passaggio misterioso tra la notte del 31 ottobre e la festa di Ognissanti del 1 novembre?
Diversi esponenti della Chiesa cattolica statunitense e studiosi hanno riconosciuto le origini storicamente comuni di Halloween e Ognissanti (O “tutti i Santi”, come diciamo spesso in Italia), descrivendo entrambe come delle feste cattoliche ed europee, pur talvolta con influenze celtiche.
Dietro la maschera di zombie, streghe, mostri, personaggi più o meno inquietanti, si nasconde un significato più profondo.
Il credo popolare vuole che il 31 ottobre sia una notte magica. È la notte in cui le barriere tra il mondo dei morti e quelli dei vivi si annullano, e i cari defunti (che commemoriamo il 2 novembre) possono tornare sulla terra, a visitare i posti un tempo e loro cari.
C’è ben poco di oscuro e molto di illuminante, quindi. La morte fa paura ma ha bisogno del lume della speranza, per credere in un aldilà. Tanto che da qualche tempo, in alcune zone d’Italia, in questa notte si celebra la festa della Luce, concepita in contrapposizione ad Halloween.
Dunque, è assai probabile che questa celebrazione sia stata contesa nei secoli, e che oggi sia il risultato di un effetto “globalizzante”.
Alcuni studiosi hanno individuato le origini dell’attuale festa di Halloween nella festa celtica di Semhain, il capodanno celtico. Per loro, Halloween segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. È in questa fase che Halloween viene associata al mistero della morte; una morte metaforica, intesa come fine di una stagione, di un ciclo.
Un passaggio mutuato sempre dai celti come momento in cui i defunti e i vivi possono entrare in comunicazione.
Poi sono arrivati i romani, che avrebbero messo questa festa dei morti in relazione con la celebrazione cristiana di Ognissanti. Gli antichi romani stravolsero ulteriormente la tradizione, facendo coincidere la festa di Semhain con quella dei morti, che si onoravano a maggio.
Solo secoli dopo, i cristiani istituiranno la commemorazione dei defunti il 2 novembre, il giorno dopo di Ognissanti, come accade oggi.
L’etimologia stessa del termine “Halloween” suggerisce un legame con la festa di Ognissanti, in quanto deriva da “All Hallow’s Eve”, che in inglese antico significava “vigilia di Ognissanti”.
Non sarebbe dunque errato pensare che questa festa abbia origini celtiche, che provenga dall’Irlanda.
Tuttavia, come sappiamo le credenze e le tradizioni si muovono sulle gambe degli umani che migrano, che siano religiose o non religiose. All’inizio dell’Ottocento, negli Stati Uniti si registrò un flusso migratorio di irlandesi che si riversarono in massa, per cercare fortuna e abbandonare la povertà. In terra americana portarono con sé molte delle loro tradizioni, tra cui quella del capodanno celtico, quindi Halloween.
Tutto il resto, è storia recente. La storia di una festa che genera allegria, scontri (o incontri) generazionali, che alimenta un indotto economico importante, che non va demonizzato a tutti i costi, ma preso con lo spirito leggero di quella che oggi è solo una festa, e può essere l’occasione di divertimento per i più piccoli.
La tradizione di Halloween in Italia
Le origini della festa di Halloween si possono rintracciare anche nell’area mediterranea cattolica dell’Italia, in particolare in Sicilia e Sardegna.
Infatti, fino al 1500 in alcune zone dell’allora Italia divisa in Comuni era tradizione per le famiglie lasciare un pasto fuori di casa per gli spiriti degli antenati prima di partire per le funzioni religiose. Le chiese italiane inoltre presentavano delle rievocazioni teatrali di scene della vita dei santi a Ognissanti, e i protagonisti erano rappresentati da realistiche riproduzioni di cera.
All’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia di Roma veniva preparata una scena in cui i corpi di individui morti recentemente venivano disposti intorno alla statua di cera di un angelo che indicava il cielo.
I parroci, inoltre, andavano di casa in casa chiedendo piccoli doni di cibo che condividevano fra di loro durante la notte.
A Napoli il giorno dei morti venivano aperti gli ossari con gli scheletri dei defunti, che venivano decorati con fiori, mentre a Salerno era costumanza preparare cibo per i defunti della propria famiglia, le cui anime si credeva tornassero alle loro antiche dimore il primo novembre.
Gli studiosi e storici associano tutte queste usanze alla ricorrenza di Allhallowtide (che significa “tutti i Santi”).
I cibi e i piatti tradizionali di Halloween in Italia
Il cibo può essere formidabile custode di tradizioni tramandate nei secoli. Alcuni piatti della tradizione italiana di Allhallowtide si sono legati alle materie prime della terra. Sono piatti che hanno resistito alle “contaminazioni” dei flussi migratori irlandesi e alle nuove interpretazioni della festa.
Per questo sono come cimeli che resistono nei secoli e rievocano quella festa. Ne elenchiamo alcuni:
Le fave dei morti
Alcune pietanze tipiche come le “fave dolci” o “fave dei morti” sono diffuse in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche e Umbria.
Nel mondo romano più antico, venivano offerti alle divinità degli inferi.
Le ossa di morto
Le “ossa di morto” sono dolci tipici del Piemonte, in particolare delle Langhe e del Monferrato, la terra patrimonio Unesco per la sua vocazione vitivinicola.
La pupaccena
La pupa di zucchero siciliana.
La martorana
Frutta martorana, emblema della pasticceria in Sicilia preparata con la pasta reale.
‘O morticiello
Il torrone napoletano glassato con cioccolato.
La zucca intagliata in Friuli
Più ci spostiamo a nord, e più si intravede la tradizione celtica, nelle sue varianti. Nella regione Friuli Venezia Giulia si è registrata la tradizione di intagliare le zucche in forma di teschio, lasciando la sera di Ognissanti un lume acceso, un secchio d’acqua e del pane sulla tavola.
Il pane sardo
Soprattutto in passato, i bambini di Sardegna usavano girovagare per le abitazioni chiedendo “is panixeddas”, anche detto “is animeddas” o “is paschisceddas”, un obolo di pane, dolci o frutta.
La sera di Ognissanti, inoltre, i sagrestani delle chiese di Nuoro con un campanello e delle bisacce picchiavano quasi a ogni porta del paese, chiedendo il “mortu-mortu”, e venivano loro dati i papassinos, pane, frutta secca, mandorle e noci.
Quando si inizia ad addobbare casa?
I più tradizionalisti si cimentano nelle decorazioni della casa il pomeriggio/sera del 31 ottobre. Da un po’ di tempo in alcune case e vetrine di negozi gli addobbi sono in vista già da metà ottobre.
Ornamenti, lucine, maschere, zucche intagliate: ce n’è per tutti i gusti, con un occhio di riguardo anche ai materiali riciclati.
Gli addobbi riciclati di Halloween
Anche nelle scuole dell’infanzia e primarie, insegnanti e bambini si cimentano nell’arte del riciclo:
- Ragnetti con i tappi delle bottiglie di plastica.
- Pipistrelli con i rotoli di carta igienica.
- Candele fatte in casa (con vasetti di vetro, colla vinilica, coloranti alimentari).
- Lanterne con flaconi di plastica del latte o detersivo.
- Porte con materiali di riciclo.
- Abiti realizzati con ritagli di stoffe.
La creatività non ha limiti. Su internet sono diffusi tutorial e idee sempre al passo coi tempi.
Il significato della zucca di Halloween
Naturalmente, la zucca intagliata non può mancare in casa, o all’esterno, qualora aveste a disposizione un giardino. Ma perché ad Halloween si usa proprio la zucca?
Intanto, la zucca è una pianta autunnale. Viene intagliata molto semplicemente svuotando il suo contenuto e incidendo la scorza dura. Può essere dallo sguardo minaccioso o allegro. Si inserisce una candela all’interno e la si accende proprio la notte del 31 ottobre.
La zucca trae origine dalla leggenda irlandese di Jack-o’-lantern. Jack sarebbe stato un fabbro irlandese ubriacone, capace di ingannare il diavolo per molto tempo.
Al primo incontro, Jack chiede al diavolo di trasformarsi in una moneta per un’ultima bevuta, prima di consegnargli per sempre la sua anima.
Alla fine della storia, il diavolo, più volte tratto in inganno, rifiuta a Jack anche l’Inferno, costringendolo a vagare da morto nel mondo dei vivi.
Il diavolo, come ultimo dono, regala a Jack una fiamma eterna dell’Inferno, impossibile da spegnere, che Jack posiziona all’interno di una rapa. Da qui, nasce la tradizione della zucca con la fiamma della candela all’interno.
Molto semplicemente, la rapa diventerà una zucca perché più facile da trovare soprattutto in questo periodo.
Mentre sulla storia di Jack si sono cimentati numerosi narratori e registi della paura.
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I benefici e come riciclare la zucca
La zucca non è solo ottima per le decorazioni di Halloween. Il frutto di questa pianta è ricco di antiossidanti, che abbassano il rischio di malattie croniche, come cancro e malattie cardiovascolari. Le principali vitamine della zucca sono vitamina A, vitamina C, vitamina E e folati, che potenziano il sistema immunitario. Favorisce la salute degli occhi e una buona vista. Favorisce la salute della pelle.
Il contenuto scavato dall’interno della scorza può essere ottimo condimento per dolci, risotti, insalate, frittelle. Non sprechiamolo ma facciamone tesoro per ottime ricette, e per avvicinare i piccoli alla cucina sana. Possiamo unire il divertimento alla sana alimentazione.
Come riciclare la buccia della zucca
Come nella polpa, anche la scorza della zucca contiene minerali quali calcio, fosforo e potassio oltre a zinco, selenio e magnesio. Quest’ultimo è un vasodilatatore che aiuta la crescita delle ossa e produce effetti positivi anche sulla mente.
La buccia può essere utilizzata per decorare, o anche tagliata sottilmente e cotta in forno assieme alle carote, a 200 gradi, per 20 minuti. E mangiata.