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Per ottenere affitti più equi occorre una revisione del catasto. Al coro di chi dichiara guerra agli “immobili fantasma” o alle speculazioni sui prezzi, si sono uniti in questi mesi numerosi analisti, economisti ed esperti come Massimo Taddei, tra le altre attività anche editorialista del quotidiano Domani.
Taddei si occupa da tempo di economica in Italia. Il caroaffitti è un tema caldo in questi giorni, anche sulla spinta dei costi esplosivi in città come Milano.
“Delle numerose agevolazioni per i proprietari di casa – osserva la firma del portale di economia lavoce.info. – beneficiano anche gli speculatori, ma è impossibile identificarli finché non si aggiornano i valori reali degli immobili”.
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Perché serve una riforma del catasto
Il catasto attuale crea confusione tra proprietari onesti e speculatori, gonfiando ulteriormente la bolla immobiliare.
L’esperto Taddei fa notare quanto oggi le agevolazioni per chi affitta siano distribuite in maniera diseguale.
“A beneficiare della cedolare secca, per esempio, sono sia gli speculatori che coloro che affittano a prezzi equi. Senza aggiornare il valore delle case a quello reale acquisito negli anni, però, è impossibile fare distinzioni”, conclude.
Taddei discute da tempo rispetto ai limiti e alle iniquità della cedolare secca, una forma di tassazione agevolata che prevede una flat tax al 21% sugli affitti.
“Di questo regime al momento beneficia virtualmente chiunque, da chi offre un appartamento a un canone che permetta di coprire le spese, magari con un piccolo profitto, fino a chi possiede numerosi immobili e sfrutta la carenza di offerta per guadagnare moltissimo sulla pelle dei fuorisede”.
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La soluzione contro il caroaffitti
Per Taddei la soluzione non è cancellare la tassazione agevolata, ma garantirla solo a chi offre canoni di affitto equi.
Per questo, sarebbe urgente rivedere il catasto. “Il fatto di tassare le rendite meno del lavoro è profondamente ingiusto, considerando il diverso contributo sociale che hanno questi due metodi per generare reddito. Inoltre, definire un equo canone oggi è praticamente impossibile”, scrive Taddei.
Il problema è che “la revisione del catasto fa paura a molti”, conclude. Infatti, secondo uno studio di Tortuga e Local Opportunities Lab, il valore della maggioranza degli immobili in Italia è attualmente sottostimato dal catasto.
A beneficiare di più di queste differenze sono i comuni delle zone turistiche e delle grandi città come Roma e Milano.
“Il fatto che la maggior parte dei proprietari di casa verrebbe svantaggiata da questa revisione è probabilmente il motivo per cui non aggiorniamo i valori degli immobili da oltre 30 anni”.
Quante sono le case fantasma in Italia?
La caccia agli “immobili fantasma” è un tema che affonda radici lontane. La riforma del catasto è un cantiere aperto con l’obiettivo di contenere al massimo gli abusi edilizi e “ristrutturare” il nostro patrimonio immobiliare. L’ultima riforma catastale risale al biennio 1988/89.
Il tema è rovente, anche per chi vorrebbe che sia introdotta una tassa patrimoniale, per rimpinguare le casse indebitate dello Stato. Secondo un rapporto pubblicato da Banca d’Italia, i proprietari immobiliari in Italia sono 25,5 milioni. Di questi, 1.400.000 hanno un reddito superiore a 55 mila euro, e tra di loro 780 mila superano anche i 75 mila euro.
La stima delle Entrate è che in Italia ci siano almeno 1,2 milioni di immobili fantasma.