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Nel cuore di Venezia, tra i suggestivi sestieri di San Polo e Santa Croce, si erge un ponte dal nome pittoresco e dal passato intrigante: il Ponte delle Tette. Questo affascinante capolavoro architettonico, che attraversa il Rio delle Tette, evoca una serie di racconti e leggende che si intrecciano con la storia millenaria della Serenissima Repubblica di Venezia.
Ponte delle Tette a Venezia: origini storiche del nome
Le origini del nome del Ponte delle Tette risalgono al periodo della Repubblica di Venezia, un’epoca caratterizzata da una vivace vita sociale e culturale, ma anche da rigide norme e regolamenti governativi. Nel 1319, con la morte dell’ultimo erede della famiglia Rampani, i cui beni passarono alla Serenissima senza testamento, una parte degli edifici a San Cassiano fu destinata a ospitare case chiuse. Questa decisione governativa si inserisce in un contesto sociale in cui Venezia era afflitta da una crescente presenza di prostitute che, giorno e notte, popolavano le strade della città.
Le case di tolleranza e l’usanza dell’esibizionismo
Il quartiere di San Cassiano, conosciuto anche come Carampane, divenne un vero e proprio quartiere a luci rosse, con una densa concentrazione di bordelli e case di tolleranza. Una di queste case, situata proprio sopra il Ponte delle Tette, divenne famosa per un’usanza peculiare: le prostitute, affacciandosi alle finestre rivolte verso il ponte sottostante, attiravano i passanti mostrando loro i seni scoperti.
Questo comportamento, che potrebbe sembrare eccentrico ai nostri occhi moderni, era in realtà una pratica regolamentata dal governo veneziano con l’obiettivo di “distogliere con siffatto incentivo gli uomini dal peccare contro natura“, come suggerisce lo storico Tassini.
La lotta all’omosessualità e le politiche governative
La decisione di incoraggiare l’esibizionismo delle prostitute come misura per contrastare l’omosessualità, un fenomeno ritenuto preoccupante dalla Repubblica di Venezia nel XV e XVI secolo, riflette le complesse dinamiche sociali e politiche dell’epoca.
La Serenissima, desiderosa di conservare e promuovere una cultura eterosessuale, implementò rigide leggi che regolavano non solo l’attività delle prostitute, ma anche il comportamento quotidiano delle stesse. Le prostitute, conosciute come carampane, erano soggette a restrizioni rigide sulle loro attività e spostamenti, con sanzioni severe per coloro che violavano tali norme.
Ponte delle Tette: eredità storica e culturale
Oggi, il Ponte delle Tette continua a suscitare fascino e curiosità tra i visitatori di Venezia, che spesso si chiedono come un luogo così suggestivo abbia ottenuto un nome così peculiare. La sua storia, legata alle politiche e alle usanze del passato, offre uno spaccato affascinante della vita a Venezia durante il periodo della Repubblica. Mentre la città si trasforma e si adatta ai cambiamenti dei tempi moderni, il Ponte delle Tette rimane un simbolo tangibile del suo ricco patrimonio storico e culturale.