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Sole, acqua, vento… E se aggiungessimo anche l’aria alle fonti di energia rinnovabile? Si tratta di uno scenario che affascina da tempi lontani studiosi e ricercatori e che ora pare essere più vicino a diventare realtà.
Se infatti è vero che già l’inventore, fisico e ingegnere Nikola Tesla (1856 – 1943) desiderava trovare la via per sfruttare l’aria per la produzione di elettricità gratuita, oggi alcuni studiosi dell’Università del Massachusetts (UMass) Amherst hanno dichiarato di essere riusciti generare corrente elettrica dall’umidità atmosferica.
La scoperta
Il Professor Jun Yao ha raccontato che si è trattato di un risultato ottenuto quasi per caso. Il team di studiosi era all’opera per realizzare un sensore di umidità e durante il proprio lavoro si è accorto che il dispositivo, costituito da nanofili (filamenti grandi millesimi di un capello), produceva un segnale elettrico. Questi nanofili interagivano con le molecole d’acqua nell’aria, creando una carica.
L’inizio di un nuovo cammino
Il sistema ideato dai ricercato dell’UMass è di dimensioni molto ridotte, pari a poco più di un’unghia, ma ciò nonostante in grado di generare energia sufficiente ad alimentare un pixel di uno schermo LED. Il Professor Jun Yao si dichiara fiducioso e crede che la stratificazione di questi dispositivi sia in grado di aumentare notevolmente la potenza prodotta.
Intanto in Portogallo… CascataChuva
Gli americani non sono gli unici a seguire le orme di Tesla. Nella capitale lusitana Lisbona, la professoressa Svitlana Lyubchyk, insieme ai suoi figli, i professori Andriy e Sergiy Lyubchyk, è a capo del progetto Catcher, che ha sempre come obiettivo lo sfruttamento dell’aria per la produzione di energia. I Lyubchyk hanno anche dato vita alla startup CascataChuva, per sostenere e commercializzare i propri studi.
Il dispositivo ideato è capace di generare 1,5 volt e 10 milliampere. E di certo l’unione farà la forza: i ricercatori dichiarano di essere in grado di produrre 10 kilowattora di energia al giorno, l’equivalente del consumo di un’abitazione, impilando 20.000 dispositivi analoghi.
I ricercatori puntano a presentare il primo prototipo commerciale il prossimo anno, nel 2024. E così le energie rinnovabili potrebbero trovare un altro preziosissimo alleato: l’aria.