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Siamo giunti alla 73esima edizione del Festival di Sanremo e, come sempre, anche la bellissima scenografia rende unico e speciale l’evento canoro più importante d’Italia.
Vediamo, quindi, come appare, quali sono le caratteristiche e chi ha firmato l’abito “spaziale” con il quale è stato vestito il Teatro Ariston in questo 2023.
Sanremo 2023: i dettagli sulla scenografia
L’edizione dello scorso anno ha celebrato, con la magnifica scenografia, i fasti degli anni Cinquanta della televisione italiana, riproponendo sul palco colori e dettagli vintage.
Diverso è l’allestimento pensato per questa nuova edizione del Festival, firmato dagli scenografi Gaetano e Maria Chiara Castelli, pensato come una imponente cupola rotonda, in grado di far risuonare al meglio la musica delle canzoni in gara.
Quest’anno abbiamo pensato di costruire un ‘cielo’ speciale, tornando al piacere di un’architettura scenografica ‘costruita’, accettandone tutte le sfide.
Affermano gli scenografi Gaetano e Maria Chiara Castelli, veterani del Festival – lui al ventunesimo, lei al nono
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Come appare la nuova scenografia
La nuova scenografia appare come una semi-sfera ellittica sospesa, con:
- 21 metri di larghezza;
- 11 metri di altezza.
Alla sommità mobile, specchi segreti in grado di riflettere luci e colori, e di muoversi e protrarsi sino agli artisti.
Rispetto alle kermesse degli anni passati, l’impianto della 73esima edizione abbandona i tradizionali muri a Led, riportando l’occhio degli spettatori sui protagonisti.
A non mancare, ovviamente, l’emblematica scalinata (seppur con qualche scalino in meno), gli spazi laterali destinati ad accogliere la meravigliosa orchestra. New entry: il ritrovato sipario.
Ad esaltare la bellezza, l’occhio attento del regista Stefano Vicario e del direttore della fotografia Mario Catapano che, ogni sera, potrà sfruttare ben sei chilometri di Led dinamici.
Quando abbiamo incontrato Amadeus ad agosto, ci ha chiesto di mantenere la scala e la posizione dell’orchestra, con gli opportuni distanziamenti, ma di immaginare qualcosa di diverso, un disegno tra passato e futuro. Niente vintage, però: piuttosto, come proposto da Amadeus, un ‘restyling’ del classico. Così ci siamo ispirati alle scenografie più tradizionali a partire dalla riscoperta del colore bianco, con materiali tridimensionali traforati, e abbiamo rivisitato un elemento come il sipario, rendendolo superleggero e trasparente, davanti al boccascena. Abbiamo ridotto, inoltre, i metri quadri di ledwall a favore della costruzione scenica e delle luci. Quanto alla tecnologia, non viene eliminata del tutto, ma farà la sua comparsa in tre grandi ellissi di sei e nove metri, tutte rivestite di luci e motorizzate, in grado di offrire al regista Stefano Vicario e al direttore della fotografia Mario Catapano una grande versatilità scenica e possibilità di movimento quasi infinite.
Dichiarano a la Repubblica gli architetti
Una scenografia che si potrebbe definire, dunque, spaziale; certamente la miglior cornice per una edizione partita in modo stellare.
*Immagine in alto – Credits to Elledecor.com/