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È stato di emergenza per la siccità che ha colpito il nord Italia: sino alla fine del 2022, il 31 dicembre, per Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte saranno adottate delle misure straordinarie.
Stato di emergenza siccità
Nel pomeriggio del 4 luglio, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza, prevedendo così lo stanziamento di fondi per supportare la grave situazione. In particolare:
- 10,9 milioni per Emilia Romagna;
- 4,2 milioni per il Friuli Venezia Giulia;
- 9 milioni per la Lombardia;
- 7,6 milioni per il Piemonte;
- 4,8 milioni Veneto.
Obiettivo? “Fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, con interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche”. Questa la risposta del Consiglio dei ministri.
Cosa comporta? Cosa succederà adesso?
Dichiarare lo stato d’emergenza è indispensabile per trovare soluzioni valide per supportare – in primis – le aziende agricole, inviando l’acqua laddove scarseggia.
Ma non solo: assieme al ministero delle Infrastrutture e della mobilità, al ministero della Transizione ecologica (deputato alle decisioni in merito al tema “depurazione delle acque“) e a quello delle Politiche agricole, si prenderanno decisioni anche sull’eventuale realizzazione e gestione di invasi.
Ci sarà anche un commissario straordinario per l’emergenza idrica, con il compito di:
- prevedere la realizzazione con priorità massima degli interventi per una riduzione delle perdite d’acqua nel sistema idrico;
- verificare l’adozione delle misure per razionalizzare i consumi e fermare gli sprechi della risorsa idrica.
Facciamo ora il punto, regione per regione, con le dichiarazioni delle autorità.
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Siccità in Emilia Romagna: cosa serve
Anche l’Emilia Romagna è, letteralmente, a secco. Cosa fare? Le opere più urgenti che dovranno partire riguardano:
- realizzazione di impianti di pompaggio;
- installazione di elettropompe;
- dragaggi della sezione di presa degli impianti.
Intanto, il fiume Po resta l’osservato speciale.
Siccità in Veneto: le ordinanze
In Veneto, dopo alcune discussioni, l’emergenza idrica ha spinto il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, a procedere con un’ordinanza che limita l’utilizzo dell’acqua potabile in casa e per l’igiene.
Fino al 31 agosto, infatti, ci sarà lo stop all’uso di acqua potabile proveniente da fonte idrica per:
- l’irrigazione di orti, giardini e campi sportivi;
- il lavaggio di automobili;
- il riempimento di piscine.
L’eventuale uso di acqua potabile per gli scopi vietati può verificarsi soltanto dalle ore 21 alle 6, in casi straordinari.
Ai media, il governatore Zaia ha affermato “Bisogna pensare al futuro e usare più risorse del Pnrr per salvaguardare l’acqua. Ai cittadini ribadisco infine il messaggio di buon senso: non sprechiamo l’acqua e facciamo massima attenzione agli incendi, evitando il più possibile di accendere fuochi“.
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Siccità in Friuli Venezia Giulia: la situazione
In Friuli, “la situazione – afferma la presidente del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Rosanna Clocchiatti – verrà costantemente monitorata nei prossimi giorni per valutare la necessità di adottare ulteriori misure finalizzate a garantire il servizio irriguo nelle zone servite“.
Ancora, “il consorzio ha stabilito di procedere con uno studio di fattibilità per l’individuazione di siti adatti alla realizzazione di bacini di accumulo artificiali, utilizzando ad esempio cave dismesse o sfruttando le particolarità geomorfologiche del territorio considerato, ed è impegnato a ricercare adeguati finanziamenti statali o regionali“.
Siccità in Lombardia: i danni stimati
Iniziano a tirarsi le somme dei danni e i risultati generano non poche preoccupazioni. La Coldiretti ha dichiarato che ad essere state colpite sono ben 44mila imprese agricole.
“Si stimano già cali nelle rese del 30% su frumento e orzo, mentre arrivano già fino al -40% sui foraggi che servono all’alimentazione degli animali”, continua Coldiretti. “Si temono inoltre produzioni quasi dimezzate per il mais e la perdita di un terzo del riso”.
Uno scenario molto grave, se si considera che la Lombardia è la regione di produzione del 40% del riso, del 45% del latte e del 34% di tutto il mais nazionale.
Per non parlare dell’allevamento.
Siccità in Piemonte: gli interventi necessari
Il Piemonte ha svolto una mappatura degli interventi necessari contro la siccità, per ottimizzare la rete idropotabile. Parliamo di ben 250 opere richieste.
“Si tratta di nuove opere – afferma l’assessore Marnati, coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica – quali ad esempio il potenziamento di acquedotti, la realizzazione di nuovi pozzi e nuovi serbatoi, nuove condotte per migliorare la qualità dell’acqua, la sostituzione di brevi tratti di reti acquedottistiche, e molto altro, da realizzare nell’arco di circa un paio d’anni. Abbiamo chiara la situazione dei progetti da realizzare per affrontare le siccità dei prossimi anni per quanto riguarda l’acqua potabile destinata alla popolazione”.