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Il balcone viene spesso dato per scontato, ma è tornato in primo piano durante la pandemia, quando ha assunto un ruolo di libertà e unione: è proprio in questo spazio che venivano organizzati flashmob in tutto il Paese, in occasione dei quali interi quartieri si trovavano affacciati ai terrazzi o ai balconi per cantare insieme, scacciare la malinconia e contrastare la solitudine del lockdown.
Può avere parapetti in muratura, oppure ringhiere in ferro. Essere lungo e spazioso, o piccolo e con un solo affaccio, ma qual è la sua storia? Com’è nato il balcone e come sono cambiate le sue funzioni oggi?
Storia del balcone
Per scoprire la storia del balcone occorre tornare indietro all’antica Persia, dove il balcone aveva la funzione di sottolineare la gerarchia dei regnanti e la loro posizione rispetto alla massa, che dal basso li poteva facilmente osservare.
Furono invece gli Etruschi e i Romani a sfruttarli pubblicamente, con una funzione che conosciamo bene anche oggi: risale al 318 a. C. il primo loggiato di legno affacciato sul Foro, costruito affinché il pubblico potesse avere una migliore visuale durante gli spettacoli.
Si tratta di un meccanismo sfruttato anche ai giorni nostri, con i palchetti e balconcini costruiti nei teatri.
Dal Cinquecento in poi, invece, furono i balconi stessi a diventare dei piccoli palcoscenici: basti pensare al famosissimo balcone in Piazza San Pietro, teatro delle varie elezioni dei Papi, o al balcone di Buckingham Palace dal quale, secondo una tradizione nata con la regina Vittoria, la famiglia reale inglese si affaccia in occasioni importanti per salutare la folla, come i matrimoni reali.
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Rimanendo in tema di innamorati e facendo un salto dalla storia alla letteratura, non si può non citare il balcone più famoso di Verona, quello dove Romeo e Giulietta promisero di amarsi per sempre. Una curiosità?
Secondo un saggio scritto dalla storica Lois Leveen, il balcone di Giulietta non è mai esistito: i balconi, infatti, in Inghilterra non solo non erano usati, ma nemmeno conosciuti, così come la parola “balcony”, che fece la sua comparsa nel vocabolario inglese solo due anni dopo la morte di Shakespeare.
All’interno della tragedia, però, il balcone assunse una funzione importante per Giulietta, permettendole infatti di sfuggire all’atmosfera familiare opprimente e di portare avanti il proprio amore proibito nei confronti di Romeo.
A cosa serve il balcone?
Facciamo un salto in avanti ai giorni nostri: a cosa serve, ora, il balcone? Esso può essere definito come un affaccio per entrare in contatto con la società esterna, pur rimanendo nella propria casa.
In effetti, fino a poco tempo fa, nei quartieri più popolari dei paesini italiani risuonavano, tra le vie, le voci del vicinato che, da un balcone all’altro, si aggiornava sulle ultime novità e i pettegolezzi, o addirittura litigava.
A quei tempi, il balcone diventava un’occasione di socialità anche nel raggruppare diverse persone che si recavano da un amico o un familiare che possedeva un balcone da cui scorgere meglio la processione o le cerimonie della festa del paese.
Sembra difficile pensare che, con un passato così intriso di socialità, il balcone sia invece diventato, con gli inizi del 19° secolo, un riflesso del cambiamento della società, ora più individualista: il balcone, o meglio il terrazzo, diventa un luogo protetto da rumori e sguardi indiscreti, circondato spesso da teli o tessuti che possano dare più privacy.