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Gli italiani non sono ancora abbastanza informati sulle modalità di smaltimento dei prodotti elettronici rotti e inutilizzati.
A spiegarlo è Erion, il sistema multi-consortile di responsabilità estesa del produttore, che nel 2022 ha gestito su tutto il territorio italiano un totale di 257.705 tonnellate di rifiuti, distribuendo un valore economico per 120,428 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto al 2021.
I dati
I dati denotano tuttavia una diminuzione: dal bilancio di sostenibilità di Erion del 2022, si calcola che le quantità raccolte sono state ben l’11% in meno rispetto al 2021, che equivalgono a 290.880 tonnellate.
Nello specifico, nel 2022 Erion Weee ha gestito 246.246 tonnellate di Raee domestici (in calo di quasi l’8% rispetto all’anno precedente).
Cosa non si smaltisce correttamente
Questa diminuzione ha riguardato quasi tutte le tipologie di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ma in particolare R4 (piccoli elettrodomestici e informatica: 19.289 tonnellate, -17% rispetto al 2021).
In questo caso a pesare sono i comportamenti non appropriati dei cittadini che, in 1 caso su 6, si disfano dei piccoli Raee gettandoli nell’indifferenziata.
In diminuzione anche R1 (freddo e clima: 77.475 tonnellate, -2% rispetto al 2021), R2 (grandi elettrodomestici: 104.619 tonnellate, -9% rispetto al 2021) e R3 (tv e monitor: 44.645 tonnellate, -10% su 2021), su cui ha inciso la mancata proroga del “bonus rottamazione Tv”. Cresce, invece, il raggruppamento R5 (sorgenti luminose: 218 tonnellate, +17%).
Sostiene Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization:
I risultati evidenziano l’importanza di una efficace gestione dei rifiuti per l’economia italiana perché contengono materie prime strategiche che possono essere reimmesse nei cicli produttivi, riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni.
Eppure c’è ancora molto da fare. Le quantità di rifiuti elettronici e di batterie a fine vita raccolte non sono sufficienti: è necessario incrementare e facilitare le possibilità di conferimento per i cittadini e, nel caso dei Raee, contrastare il fenomeno del mercato parallelo.
I risultati di quest’anno, in significativo calo, sono un campanello d’allarme che ci deve spingere a lavorare con ancora più impegno, sia a livello istituzionale sia di filiera.
E per far sì che questo accada, dobbiamo smetterla di tenere i Raee nei cassetti, in cantina o affidarli a soggetti non autorizzati solo perché più comodo.
Le Regioni
A livello locale, le Regioni più virtuose sono la Lombardia (per un totale di 42.910 tonnellate raccolte), che è anche la Regione che possiede sul maggior numero di punti di prelievo (2.448 su un totale di 12.153 in tutta Italia), seguita da Veneto (23mila tonnellate per 1.319 punti di prelievo) ed Emilia Romagna (22mila tonnellate, 988 punti di prelievo).
Cosa abbiamo recuperato
Nel dettaglio, con un tasso di riciclo pari al 89,4% del totale di Raee domestici gestiti, sono state recuperate e reimmesse nei cicli produttivi:
- 220.224 tonnellate di materie prime seconde, di cui 125.501 tonnellate di ferro, quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel;
- 35.571 tonnellate di plastica, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 13 milioni di sedie da giardino;
- 5.571 tonnellate di rame, che potrebbero rivestire 60 Statue della Libertà;
- 5.164 tonnellate di alluminio, che servirebbero a produrre oltre 320 milioni lattine.
In questo modo, nel 2022, si è evitata l’immissione in atmosfera di quasi 1,8 milioni tonnellate di CO2, con un risparmio di più di 380 milioni di kWh di energia, equivalente al consumo elettrico annuo di circa 140mila famiglie italiane.
Cosa si può fare: idee e proposte
Nel 2022 Erion ha lanciato un appello alle istituzioni per migliorare il sistema alla ricerca di azioni concrete: dalla semplificazione della burocrazia a misure di sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di Raee, alle linee di intervento su settori specifici come la raccolta domiciliare e la micro-raccolta.
C’è anche la volontà di sviluppare iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori, come anche la realizzazione di impianti di trattamento specifici, una cosa che in Italia non esiste ancora.
Questo sistema è in grado di estrarre le materie prime critiche presenti nei rifiuti correlati ai prodotti elettronici.