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Andri Mengiardi è il proprietario del piccolo e vetusto fienile che si trova ad Ardez sulle montagne dell’Engadina, Svizzera. Non aveva mai considerato l’idea di utilizzarlo finchè qualcosa non è cambiato nella sua vita e il richiamo del passato è tornato “potente come un magnete”.
A raccontarlo è proprio Andri Mengiardi, nato nel Cantone Grigione, ad Ardez, paese tra i monti che ha abbandonato a 15 anni per trasferirsi a Zurigo, dove oggi abita e dove ha fatto carriera (ha una tech-company che opera nel ramo assicurativo), dove si è spostato e ha avuto due figli.
Andri Mengiardi nell’ultimo anno e mezzo ha cominciato a tornare spesso ad Ardez con la sua famiglia.
Determinante nella sua scelta di recuperare e trasformare un vecchio fienile in appartamento è stato da una parte l’amore della figlia per quei luoghi e dall’altra la consapevolezza di avere a disposizione uno spazio decisamente unico: il vecchio fienile, infatti, è in realtà un edificio risalente al 1600, annesso alla casa di famiglia, che ospitava al piano terra una stalla e al primo piano un fienile, inserito in una realtà montana inflessibile come quella dei Grigioni.
Ardez ha conservato il suo patrimonio architettonico in modo esemplare grazie a una normativa severa. Numerose fattorie, che qui si distinguono per le caratteristiche facciate dipinte o decorate da graffiti, hanno lo status di patrimonio culturale e come tale sono tutelate dalle Belle Arti.
Per il progetto di riqualificazione e riconversione d’uso del fienile di famiglia, Mengiardi si è rivolto ai due architetti Duri Vital, fratello dell’artista Not Vital e Adriana Stuppan.
La casa ha preso il nome di Loft La Rondine, il nome che veniva assegnato agli emigrati che tornavano al paese per la bella stagione – i Randulins.
Il concept di progetto: Form follows meaning
Il progetto del loft La
Rondine nasce per mano dei progettisti su concept del committente stesso. Lo
stesso Andri Mengiardi racconta che: “La casa dove sono nato e cresciuto era
divisa in tante piccole stanze, piene di cose…Solo al pensiero mi manca l’aria.
Volevo liberarmi di quella sensazione e creare un’abitazione che fosse
esattamente l’opposto. Avevo questa visione di grandi volumi, con arredi
ridotti all’essenziale e siamo riusciti a realizzarla…
In una ristrutturazione del genere, la libertà di azione è molto
limitata. In questo senso, il lavoro si semplifica: la cosa da fare
essenzialmente è rispettare la sostanza. Non puoi sbagliare. Form follows
meaning, la forma segue il significato”
Il progetto e l’uso di materiali del posto
La zona giorno della casa costituisce l’anima del loft: si tratta di un’ampia stanza con soffitti alti sette metri. Sarebbe stato possibile ricavare più piani, ma seguendo il desiderio di spazio e di libertà, anche visiva, del committente, gli architetti hanno optato per una scelta differente.
- Il living ha pareti intonacate di bianco puro. Presente un grande camino voluto espressamente da Mengiardi.
- Le pareti delle camere da letto sono rivestite con una miscela di sabbia che proviene dalle rive del vicino fiume Inn. Il bagno è dotato di una piccola sauna in legno di pino.
- Le pareti della cucina in ferro verniciato nero sono un richiamo ai muri anneriti dalla fuliggine delle abitazioni di una volta, dove si cucinava sul fuoco.
- I pavimenti in tutta la casa sono di legno recuperato dalle vecchie travi esistenti che sono state tagliate in due perché molto spesse.
Il loft che appare minimal e contemporaneo, in realtà ha un forte legame con il territorio, non solo per l’attento rispetto delle norme dettate dal regolamento edilizio, per il rispetto per l’ambiente ma soprattutto per l’uso dei materiali: pietra, legno e acciaio.