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Manca un pezzettino al traguardo: la Via Appia Antica “Regina viarium” potrebbe diventare patrimonio mondiale dell’umanità Unesco nel 2024.
Il 20 gennaio 2023 si è riunito il Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, deliberando ufficialmente la candidatura che era stata presenta nel lontano 2006.
Perché la Via Appia può essere patrimonio Unesco
La candidatura è fondata su 3 criteri di selezione.
La Via Appia ambisce a:
- Rappresentare una testimonianza unica e eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.
- Essere un eccezionale esempio di edificio, ensemble architettonico, tecnologico e paesaggistico che illustri uno stadio significativo o stadi significativi nella storia umana.
- Essere direttamente o tangibilmente associata ad eventi o tradizioni viventi, a idee e credenze, a opere artistiche o letterarie di valore.
La Regina viarum si presenterà così ai commissari dell’Icomos che, il prossimo anno, saranno chiamati a decidere se inserirla o meno nell’elenco dei prestigiosi 58 siti italiani riconosciuti e nelle 897 località culturali nel mondo.
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La Via Appia, edificio simbolo della civiltà romana
La Via Appia è testimonianza eccezionale di una tradizione culturale in quanto modello delle viae publicae, un esempio di infrastruttura pubblica che ha segnato l’edilizia nel mondo.
La via fu la prima delle grandi strade che attraversavano l’impero, costruita con tecniche ingegneristiche innovative, e costituisce un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico capace di illustrare una fase significativa nella storia umana.
Inoltre, le prime 12 miglia della strada, caratterizzate da famosissimi monumenti, costituiscono uno dei tratti dell’itinerario più celebrati nell’arte attraverso i secoli.
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Dove si trova la Via Appia
Attraversa 4 regioni: Puglia, Basilicata, Campania e Lazio. Collegava Roma a Brundisium (l’odierna Brindisi). Era la via di raccordo tra il porto brindisino, da cui avevano origine le rotte commerciali per e dalla Grecia e per e dall’Oriente.
Per i romani è stata la “regina delle strade”, e fu realizzata tra la fine del IV secolo e III a.C.: 713 chilometri in appena un secolo!
Ebbe un enorme impatto economico, militare e culturale sulla società romana.
Come è stata costruita la Via Appia
La strada ha resistito in tutti questi secoli grazie agli interventi dei fratelli Ogulni, a partire dal 258 a.C..
La superficie è stata resa più efficiente con l’utilizzo di grandi pietre levigate di basolato vulcanico.
Lo strato superiore poggiava su vari livelli di pietrisco e di terra, stesi secondo un ordine studiato che assicurava un drenaggio ottimale delle acque meteoriche.
La nuova tecnica divenne poi lo standard per la costituzione della capillare rete stradale del mondo romano.
Cosa visitare sulla Via Appia
Larghi tratti della strada, particolarmente nel suburbio della città di Roma, sono ancora oggi conservati e percorribili, nonché meta del turismo archeologico.
Lungo la Via Appia antica è possibile percorrere ancora oggi le rovine dell’impero decaduto. Ville (come quella di Massenzio con annesso circo), catacombe (San Callisto e tomba di Romolo), mausolei (notevole quello della famiglia dell’imperatore Massenzio), porte (Porta Cena), siti archeologici (castello di Cecilia Metella e castello dei Caetani), chiese (Domino Quo Vadis) e tanto altro ancora.
Molte associazioni e enti come il Parco Regionale dell’Appia Antica, organizzano escursioni alle porte di Roma in bici o a piedi, immerse nella natura.
Alcune visite sono gratuite.