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Gli amanti del design e dell’arredamento non possono non conoscere Vico Magistretti, un gigante italiano nel campo del design. A 16 anni dalla sua scomparsa, è la nipote Margherita Pellino ad occuparsi dal 2010 di conservare il patrimonio culturale ed archivistico lasciato dall’attività del nonno Vico.
Nel corso di una recente intervista si è espressa su molte questioni inerenti la vita di Magistretti, sia professionali che private, andiamo a scoprire un po’ meglio chi era Vico e che contributi ha dato al mondo del design.
Vico Magistretti maestro del design
Non è facile inquadrare una figura come Vico Magistretti: per lui l’aspetto più importante delle sue opere era legato alla semplicità, tutto il suo lavoro infatti costituisce un monumento alla memoria di Vico stesso, poiché spesso affermava «Il mio design è autobiografico».
Il disegno della Lampada Eclisse ad esempio l’ha abbozzato sul retro di un biglietto della metropolitana, ed è con questa leggerezza d’animo e serenità di spirito che affrontava il suo lavoro; come ha affermato la nipote, per Vico erano fondamentali due concetti: il non accontentarsi mai e allo stesso tempo il non prendersi troppo sul serio. Una formula a dir poco strabiliante per i successi che ha generato.
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Qual era lo stile architettonico di Vico Magistretti
La poliedricità di Magistretti è sotto gli occhi di tutti coloro che vivono a Milano. Non si tratta infatti solamente di un ideatore di arredi di interni, ma ha lasciato il segno in quasi tutto il nord Italia, specialmente nel capoluogo lombardo: la Torre al Parco Sempione ad esempio è stata progettata da Vico. Un professionista che ha lavorato ininterrottamente nel mondo dell’architettura dal 1948 fino al 2006, anno della sua scomparsa.
La legacy di Magistretti: come viene ricordato
Fa sorridere pensare che una persona del calibro di Vico Magistretti fosse particolarmente superstiziosa: la nipote infatti lo ricorda scherzosamente legato a tutte quelle attenzioni nel non aprire ombrelli in casa o poggiare cappelli sul letto etc.
Vico era un individuo estremamente semplice, non amava viaggiare, anche se vi era costretto per lavoro, ma nonostante ciò sapeva apprezzare l’esperienza e «l’accumulo di memorie» che un viaggio lascia ad una persona.
*Immagine di copertina – Credits to: ad-italia.com