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Il bonus bollette, dell’importo di 600 euro, è un fringe benefit, un beneficio esentasse erogato in busta paga dai datori di lavoro ai dipendenti privati, previsto per affrontare i costi delle utenze domestiche per gas, elettricità e acqua, ed esente da imposte e contributi previdenziali.
Esso, come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la circolare 35/E del 4 novembre 2022, al punto 2.1, ricomprende anche le utenze condominiali, purché a uso domestico.
Vediamo in dettaglio come funziona il bonus per le spese condominiali.
Quali spese rientrano nel bonus bollette
Secondo la normativa e secondo le recenti note dell’Agenzia delle Entrate, rientrano dunque nel bonus bollette anche le spese condominiali, purché a uso domestico: per esempio le spese per l’acqua o quelle per il riscaldamento delle abitazioni.
I contratti relativi alle forniture di acqua e riscaldamento sono intestati al condominio e le spese vengono ripartite tra i condomini sulla base dei millesimi e dei consumi effettivi.
Imputare con precisione tali spese condominiali e ripartirle correttamente tra i condomini non è facile e può costituire un problema per gli amministratori, perché a volte la lettura dei misuratori di acqua e riscaldamento, l’esecuzione del calcolo e la verifica delle spese effettivamente sostenute di condomini richiedenti sono operazioni complesse e non prive di imprecisioni.
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Come ottenere il benefit
Per ottenere il bonus relativamente alle spese condominiali, il richiedente deve produrre entro il 12 gennaio 2023 un’autocertificazione corredata dalla prova documentale delle spese pagate nel 2022, che deve essere conservata per eventuali successivi controlli.
L’amministratore di condominio dovrà fornire al condomino richiedente l’attestazione delle spese pagate imputabili allo stesso.
Un possibile problema è quello legato alle tempistiche, in quanto l’attribuzione dei consumi ai singoli condomini avviene in un momento diverso rispetto al pagamento delle bollette condominiali e in quanto l’esercizio amministrativo dei condomini può non corrispondere all’anno solare.
Poiché la concessione dell’agevolazione è a discrezione del datore di lavoro, questi chiederà tutta la documentazione a riprova del pagamento delle spese sostenute, quali le fatture pagate o una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, nella quale sono indicati numero e intestatario della fattura, tipologia di utenza, importo pagato, data e modalità di pagamento.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.