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Infilare sotto la porta di casa un avviso di giacenza o una raccomandata non è come imbucarla nella cassetta postale. Quindi, cosa succede se mi consegnano una raccomandata ma non ho una cassetta postale? Qual è l’iter previsto dalla legge? Il giudice civile del Tribunale di Massa è stato chiamato a risolvere un caso che indirettamente ha risolto il dilemma.
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Perché la raccomandata ha valore legale
Sentiamo dire spesso che la raccomandata ha valore legale. Infatti, questa tipologia di spedizioni postali, detta anche “raccomandata a mano”, assume valore legale, a patto che rispetti le indicazioni e le intestazioni obbligatorie del mettente e del destinatario, e le modalità di consegna previste dalla legge.
La posta per raccomandata utilizza il servizio accessorio di raccomandazione per ridurre al minimo i rischi di smarrimento o furto del contenuto da inviare al destinatario. Tanto è vero che in caso di furto o apertura della busta, la legge riconosce la fattispecie di reato. Pertanto viene utilizzata dalle istituzioni per l’invio di documenti ufficiali, con dati e informazioni sensibili, quali, ad esempio, le notifiche di contratti fra privati, i provvedimenti della pubblica amministrazione (una multa, le cartelle esattoriali, ecc), il recapito di atti giudiziari (avvisi di garanzia, mandati di comparizione, ecc) e qualsiasi comunicazione prevista per legge.
La raccomandata A/R garantisce l’onere della prova dell’invio e ricezione, che per legge grava sul mittente. Le raccomandate dovranno quindi essere consegnate alla persona indicata come destinatario, o anche a coniugi e portiere in condominio.
Cosa succede se mi consegnano una raccomandata ma non ho una cassetta postale
Quando non è possibile consegnare la raccomandata (per assenza di destinatario, parenti o portiere), il portalettere incaricato è obbligato a immettere nella cassetta postale del destinatario avviso di giacenza del plico con invito al ritiro presso l’ufficio postale.
E se, oltre a destinatario, parenti e portiere, non ci fosse neppure una cassetta postale? In questo specifico caso il plico deve essere restituito al mittente, insomma “la raccomandata torna indietro”, come si suol dire in gergo popolare. Questo perché, come dicevamo, l’invio e la ricezione per legge gravano su chi emette la raccomandata.
Quando la cassetta c’è ma manca il nominativo
E se la cassetta postale c’è, ma il nominativo del destinatario non è riportato o risulta illeggibile? Anche in tal caso il portalettere deve restituire la raccomandata al mittente, come è stato chiarito in una sentenza (numero 811 anno 2016) del Tribunale di Massa. Il giudice ha dato ragione a un commerciante destinatario di una raccomandata, il cui plico è stato inserito sotto la fessura della serranda del suo negozio, condannando il portalettere al risarcimento del danno.
“Se la cassetta domiciliare era comunque equivoca non riportando alcun nominativo e correttamente l’avviso di giacenza non poteva essere inserito nella suddetta cassetta – scrive il giudice in sentenza – secondo le prescrizioni contrattuali del servizio, l’avviso non doveva comunque essere inserito sotto la serranda della gelateria”.
Perciò la raccomandata doveva tornare indietro.