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Il concetto di cucina abitabile si rifà al principio di abitabilità; significa che lo spazio deve essere salubre, sufficientemente arieggiato e illuminato.
Il calcolo del rapporto aeroilluminante serve proprio a capire se uno spazio domestico, in questo caso una cucina, sia abitabile.
Ecco quali caratteristiche deve avere questo ambiente.
Quando un immobile è abitabile?
Un immobile, che sia a più vani o un monolocale, per essere abitabile deve rispettare i parametri imposti dalla legge. In sintesi, deve poter accogliere persone in modo stabile e in totale sicurezza.
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Questi parametri si possono verificare e attestare attraverso il certificato di abitabilità, che è obbligatorio per gli edifici costruiti dopo il 30 giugno 2003, o qualora vi siano stati interventi edilizi di notevole portata prima di quella data.
Il legislatore non fa più alcuna differenza tra “abitabilità” e “agibilità”; entrambe le terminologie fanno riferimento ai requisiti idonei rispetto alla destinazione d’uso di un immobile da abitare.
Cosa si intende per cucina abitabile
La cucina può essere uno spazio adibito all’interno di una casa con più vani, oppure inclusa in un monolocale. Per cucina abitabile s’intende un ambiente non limitato alla cottura e al consumo dei pasti, ma uno spazio che sia vivibile, e che quindi rispetti i parametri (non solo spaziali misurabili) stabiliti dalle normative in modo da poter essere “abitata” e vissuta in totale sicurezza.
Il concetto moderno di “cucina abitabile” si è diffuso dagli anni ’60 del Novecento, quando cominciavano a cambiare i costumi, le abitudini delle famiglie e la concezione di spazio abitabile. È stata rimessa in discussione la vecchia separazione tra cucina (o cucinino) e sala da pranzo.
Più recentemente, per esigenze di spazio e per mutamenti del nucleo familiare, la cucina è stata resa abitabile anche nelle soluzioni abitative di tipo “monolocale” o “open space”, con chiari requisiti stabiliti dalle normative.
Inoltre, sono sempre più diffuse le disposizioni cosiddette a “isola” anche per la cucina, che così richiamano il bancone di un caffè o di un ristorante moderno.
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Che misura deve avere una cucina abitabile
Il requisito di cucina abitabile è rispettato quando le dimensioni sono:
- minimo 4, massimo 9 metri quadrati (molti regolamenti di enti locali hanno stabilito il requisito minimo di 9 metri quadrati);
- altezza minima di almeno 2,7 metri misurabile dal pavimento al soffitto.
In una cucina abitabile deve perciò esserci lo spazio minimo per ospitare:
- fornelli;
- cappa aspirante sopra i fornelli (o canna fumaria), indispensabile per limitare il rischio di inquinamento indoor
- apertura verso l’esterno con finestre o porta finestre (devono essere presenti in un rapporto di almeno 1 a 8 rispetto alla metratura del pavimento, quindi della dimensione di 1 metro quadrato per ogni 8 metri quadrati di cucina);
- tavolo o arredi simili dove poter consumare pasti o accogliere ospiti.
I vantaggi di una cucina abitabile
Scegliere la cucina abitabile può essere vantaggioso, soprattutto perché:
- le altre stanze non sono a contatto con gli odori e i vapori della cucina;
- può rappresentare uno spazio alternativo alla classica sala da pranzo, molto utile per un pranzo veloce, un aperitivo, un caffè o un té, per studiare o trascorrere del tempo libero con gli ospiti;
- garantisce l’accesso diretto all’esterno (alcune cucine abitabili sono collegate al giardino attraverso una porta finestra, e sono comode per un pranzo o una cena all’aperto, con il vantaggio di avere una cucina a pochi passi dal giardino, dalla veranda o dallo spazio esterno);
- si adatta alle dimensioni della casa e a varie soluzioni nella disposizione della porta finestra (che può essere anche scorrevole e salvaspazio) e degli infissi (la finestra può essere sistemata sul soffitto, a muro, sopra il piano di lavoro);
- esistono molti progetti standard o personalizzabili ideati da progettisti e designer, con varie soluzioni salvaspazio.