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Per il settore dell’edilizia, dopo un ottimo 2021, il 2022 si presenta con grandi opportunità ma anche grandi incertezze. Le prime sono rappresentate dal Superbonus 110%, dal Pnrr e dalle Olimpiadi, le seconde soprattutto dal caro-materiali, con i costi di produzione che sono aumentati del 25-30%.
Per evitare il blocco dei cantieri, la bozza del decreto Aiuti che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri prevede nuove risorse e meccanismi di adeguamenti più veloci.
Stanziamenti fino 2026
Per incentivare la realizzazione di nuovi lavori edili ed evitare il blocco di quelli già in corso d’opera la bozza del decreto Aiuti ha stanziato 11 miliardi di euro fino al 2026.
Per i lavori finanziati dal PNRR e dal PNC e i lavori per i quali è stato nominato un commissario straordinario, la bozza decreto Aiuti ha stanziato 700 milioni di euro per il 2022 e 500 milioni per il 2023.
Per le altre opere, sono previsti 770 milioni di euro per il 2022 e 550 milioni per il 2023.
La dotazione del Fondo per l’adeguamento dei prezzi è stata incrementata di 500 milioni di euro per il 2022 e 550 milioni per il 2023.
Per le opere finanziate dal PNRR, dal PNC o per le quali è stato nominato un commissario straordinario, da appaltare dopo l’entrata in vigore del decreto Aiuti, è stata prevista l’istituzione di un nuovo Fondo con una dotazione di 1,5 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.
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Decreto Aiuti: velocizzare l’aggiornamento dei prezzari degli appalti
Il punto centrale delle nuove misure del decreto Aiuti sui prezzi degli appalti, saliti alle stelle, è la spinta all’aggiornamento dei prezzari con cui vengono calcolati i costi delle opere pubbliche messe in gara dalle stazioni appaltanti.
In deroga alla norma sull’aggiornamento annuale, il decreto stabilisce che quest’anno le Regioni dovranno aggiornare i listini entro il 31 luglio. I nuovi prezzi dovranno essere applicati non solo ai nuovi progetti da mettere a gara, ma anche alle opere già in corso.
Infatti, in attesa dell’aggiornamento dei prezzi, le stazioni appaltanti dovranno aumentare subito del 20% i prezzi previsti dai listini aggiornati alla fine del 2021.
Il decreto stabilisce anche che «i prezzari aggiornati entro il 31 luglio 2022 cessano di avere validità entro il 31 dicembre 2022 e possono essere transitoriamente utilizzati fino al 31 marzo 2023 per i progetti a base di gara la cui approvazione sia intervenuta entro tale data».
I fondi aggiuntivi
Per coprire gli aumenti dei materiali impiegati nei cantieri, il decreto Aiuti ha stanziato fondi aggiuntivi: tre miliardi in più nel 2022 e una serie di proposte per incentivare le stazioni appaltanti ad aggiornare subito il costo dei progetti già in gara o ancora da mettere.
L’obiettivo è evitare che vengano bloccati i lavori e gli investimenti previsti dal Pnrr, tema quest’ultimo, a cui il decreto Aiuti dedica gli articoli più complessi del provvedimento.