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Da Nord a Sud, la gestione di un mutuo rappresenta uno scoglio sempre più grande per le famiglie italiane.
È quanto emerge dal rapporto “L’economia delle regioni italiane” della Banca d’Italia e da un’analisi della società di consulenza Nomisma.
Preoccupa la situazione in cui versano le famiglie italiane, con criticità legate sia ai forti aumenti delle rate a tasso variabile, sia alla percentuale di incidenza del mutuo sulla capacità di spesa delle famiglie.
Cresce la rata del tasso variabile e diminuisce la richiesta di mutui
La rata mensile dei mutui a tasso variabile ha visto un aumento tra 245 euro nel Sud Italia e 276 euro nel Centro.
Di conseguenza, è stato registrato un calo di richieste di mutui a tasso variabile e, a fine giugno 2023, questi coprivano una percentuale del 36,1%, contro il 74,3% del 2014.
Non solo: un’indagine sostenuta dall’Osservatorio SalvaLaTuaCasa promosso dalla società benefit Save Your Home e realizzata con Nomisma rivela che l’aumento del costo del denaro stabilito dalla BCE (Banca Centrale Europea) ha portato a un forte calo del 40% nelle erogazioni dei mutui per acquisto casa, a partire dall’inizio dell’anno.
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Chi sceglie di accendere un mutuo e dove?
Sempre a fine giugno del 2023 le famiglie con un mutuo a carico erano comprese fra il 10% del Mezzogiorno e il 17% nel Nord Ovest.
Non sono state registrate differenze significative, invece, in merito alla durata complessiva dei mutui attivi (circa 25 anni) e alla durata rimanente prima della chiusura del mutuo, attestata intorno ai 19 anni.
Per ciò che riguarda le cifre erogate e, conseguentemente residue, al Centro si segnalano le cifre più alte con mutui da 120.000 euro.
Anche al Nord i mutui si caratterizzano per cifre più alte, con rate mediane che, come al centro, si aggirano sui 600 euro, mentre al Sud si hanno importi più bassi della media.
Quanto incide la rata sul bilancio familiare
L’incidenza della rata del mutuo sull’economia familiare è forte. Nomisma ha segnalato che su 3,5 milioni di famiglie con un mutuo in corso (per un valore di oltre 430 miliardi di euro), per più del 36% è a tasso variabile.
La rata raggiunge livelli di allerta per tutte le fasce di reddito fino a 1.900 euro netti mensili, oltrepassando il 60% del reddito netto di queste famiglie.
Anche per quello che riguarda i redditi disponibili i dati non sono confortanti e sono tanti gli italiani con budget a disposizione non sufficienti per gestire le spese ordinarie e le spese impreviste.
I redditi sono in calo e Nomisma stima che il 79% degli italiani abbia un reddito lordo inferiore a 30.000 euro annui, con il 31% dei contribuenti che addirittura non supera i 10.000 euro.