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Nonostante sia una posizione lavorativa stabile e tutelata, anche i dipendenti pubblici talvolta decidono di ricoprire un secondo ruolo per guadagnare di più. Fra questi c’è quello dell’amministratore di condominio. Capiamo insieme se le due attività sono compatibili.
Chi è il dipendente pubblico?
Un dipendente pubblico è colui che lavora presso gli uffici di una pubblica amministrazione (enti comunali, provinciali e regionali o altre amministrazioni locali) e che ottiene la posizione tramite un concorso pubblico.
Il posto da dipendente pubblico è molto ambito in Italia perché, nella maggior parte dei casi, garantisce un’effettiva stabilità lavorativa. Negli enti pubblici, infatti, ai lavoratori vengono solitamente somministrati contratti a tempo indeterminato e, inoltre, l’istituzione pubblica non è soggetta a fallimento, a differenza di quanto accade per le aziende o le realtà imprenditoriali private.
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Il dipendente pubblico come amministratore di condominio
Nonostante questo, può capitare che, proprio come accade per il lavoro privato, i lavoratori della pubblica amministrazione siano interessati ad arrotondare lo stipendio grazie ad una seconda attività.
Fra queste, ad esempio, c’è quella dell’amministratore di condominio, che viene spesso presa in considerazione da chi ha già una formazione che gli può permettere di svolgere l’incarico in maniera efficiente.
Oltre alla preparazione tecnica, però, il lavoratore della PA non può diventare amministratore di condominio senza l’autorizzazione del suo datore di lavoro.
L’obbligo di autorizzazione vale anche per un’attività svolta in modo occasionale o saltuario.
Tuttavia, esiste un caso in cui non è necessaria l’approvazione. Un dipendente pubblico con contratto a tempo parziale, infatti, può lavorare come amministratore senza alcuna autorizzazione.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.