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Uno degli edifici più inusuali di Berlino è senza dubbio il Mausebunker, ex centro di ricerca ora abbandonato e di recente elevato al rango di monumento storico, oltre a questo è anche un esempio di brutalismo tedesco. Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono i progetti di recupero urbanistico e cos’è la corrente brutalista.
Architettura e brutalismo
Il brutalismo è una delle correnti architettoniche del Novecento più dibattute e meno comprese, nata in Inghilterra e in Unione Sovietica negli anni Cinquanta, si fonda essenzialmente sul largo utilizzo del cemento per la costruzione e la decorazione delle strutture. Il materiale grezzo deve essere a vista e le forme molto spesso sono squadrate, in francese prende il nome di béton brut.
Berlino e il Mausebunker
L’edificio si trova a Lichterfelde, quartiere a sud ovest di Berlino, è stato costruito tra il 1971 e il 1981 e progettato da Gerd e Magdalena Hanska. Il “Bunker” è nato per ospitare al suo interno una serie di laboratori per la sperimentazione animale dell’università di Berlino Freie Universitat, ma già da alcuni anni oramai in disuso, è stato al centro di un dibattito riguardo un suo eventuale smantellamento o riutilizzo.
Il Mausebunker vestirà nuovi abiti
Al centro del dibattito circa lo smantellamento o il riutilizzo, al Mausebunker alla fine verrà data nuova vita, infatti per l’edificio (ora monumento storico) verranno pensati nuovi spazi di utilizzo e nuove destinazioni. Nel prossimo futuro pare sarà totalmente ripensato per servire la comunità, con spazi dedicati ad esposizioni, proiezioni, concerti e altri eventi culturali.
Archeologia urbana e reimpiego
Non è la prima volta che viene riutilizzato un edificio in disuso cambiandogli totalmente destinazione d’uso, la cultura edilizia odierna infatti è molto più sensibile alle tematiche dell’impatto ambientale dell’industria delle costruzioni (una delle più inquinanti). Oltre al Mausebunker infatti anche la Battersea Power Station è stata recentemente oggetto di grandi restaurazioni urbanistiche.
Crediti immagine di copertina: courtesy of thespaces.com