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Tutti sappiamo che, all’interno delle residenze condominiali, gli argomenti di discussione tra i diversi proprietari sono spesso all’ordine del giorno.
Questo non significa che ci siano sempre temi di dibattito degni di nota: difatti accade non di rado che le argomentazioni portate sul tavolo del confronto – sia esso riservato a pochi soggetti, oppure esteso a tutti in sede di assemblea comune – abbiano un’importanza del tutto relativa per le sorti dell’edificio.
Viceversa, capita invece che alcune questioni cardine per lo svolgimento della vita all’interno del palazzo vengano prese sottogamba da parte dei condomini o dell’amministratore stesso.
Uno dei casi più frequenti è quello che riguarda la messa a terra dell’impianto elettrico, una materia che va affrontata con tutte le attenzioni del caso visto il ruolo cruciale che svolge per quanto riguarda la sicurezza delle persone.
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Messa a terra dell’impianto elettrico nel condominio: cosa dice la legge
Per chi non fosse pratico di queste cose, vale la pena fare un breve riassunto.
Quando si parla di messa a terra dell’impianto elettrico si intende il sistema di salvaguardia che permette lo scaricamento al suolo di ogni possibile impulso proveniente dai cavi e dalle centraline installate nell’immobile.
Il suo ruolo è quello di scongiurare il contatto diretto tra l’uomo e la corrente elettrica, anche nei casi in cui un guasto la rendesse libera e incontrollata all’interno delle prese.
Questa opera di prevenzione viene svolta tramite il cosiddetto “impianto salvavita“: stiamo parlando dell’interruttore differenziale in grado di interrompere il flusso di elettricità all’interno di un circuito.
La leva si abbassa, la corrente smette di viaggiare nei cavi e le persone all’interno dell’edificio possono dirsi al sicuro.
Sistema salvavita per la corrente elettrica: chi è il responsabile del condominio?
Vista la posta in gioco (ossia la salute fisica degli individui coinvolti), su questo aspetto la legge italiana è molto rigida.
La normativa prevede l’obbligo di messa a terra all’interno di tutti gli edifici di nuova costruzione, senza la possibilità di poter ottenere alcuna sorta di deroga.
Stessa cosa vale anche per i condomini meno recenti, che devono adeguarsi nel più breve tempo possibile rivolgendosi ad un tecnico specializzato.
Ma cosa succede se in una palazzina non viene introdotto il “sistema salvavita“?
Secondo quanto decretato da diversi magistrati con l’emissione di apposite sentenze, il soggetto responsabile per un impianto elettrico inadeguato va sempre ricercato nella figura dell’amministratore condominiale.
È lui a doversi presentare di persona – tanto in sede civile, quanto in quella penale – nel malaugurato caso in cui un guasto al circuito di corrente finisca per arrecare danni a cose o persone all’interno dell’immobile.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.