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Con l’arrivo della primavera e in vista delle stagioni più calde, molti inquilini, oltre a chiedersi chi paga se il condizionatore è rotto, si trovano ad affrontare il dilemma dell’installazione di un condizionatore se si è in affitto.
Tuttavia, prima di procedere con l’installazione di un apparecchio di condizionamento, sorge spontanea una domanda cruciale: è necessario ottenere il consenso del proprietario? Esaminiamo tutti gli aspetti legali e pratici.
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Miglioramenti e addizioni in affitto
Al fine di chiarire se sia possibile installare il condizionatore in una casa in affitto e se serva il consenso del proprietario, è fondamentale parlare di addizioni e migliorie. L’installazione di un condizionatore, infatti, può essere classificata in una di queste categorie, con possibili implicazioni anche dal punto di vista legale.
In questo contesto, infatti, l’addizione si riferisce all’atto di compiere un’opera su beni di cui non si è proprietari, conservando tuttavia la propria individualità. Se l’opera può essere rimossa senza arrecare danni, il soggetto che l’ha realizzata ha il diritto di portarla via, a meno che il proprietario non desideri tenerla, e in tal caso è tenuto a riconoscere un indennizzo al creatore.
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D’altra parte, il concetto di miglioria indica un’azione volta ad aumentare il valore, il pregio e l’utilità di un bene, attuata da chi ne detiene il possesso senza esserne il proprietario. Tale miglioramento, in determinate circostanze, può comportare l’obbligo per il proprietario di corrispondere un indennizzo a chi l’ha realizzato.
In breve, se il conduttore installa il condizionatore senza il consenso del proprietario, non ha diritto a un’indennità. Tuttavia, se il consenso è stato dato, il proprietario deve corrispondere un’indennità. È importante notare che il valore del condizionatore può compensare eventuali danni causati durante il periodo di locazione se il conduttore non ha diritto a un’indennità.
Condizionatore in casa in affitto: è possibile?
Come abbiamo visto, dunque, in linea generale, all’affittuario non è proibito installare un condizionatore nell’abitazione in affitto. Tuttavia, la situazione può complicarsi se l’appartamento in affitto si trova all’interno di un condominio.
L’installazione di un condizionatore potrebbe infatti violare il regolamento condominiale, sia di tipo contrattuale (redatto dal costruttore) che non contrattuale (approvato in assemblea all’unanimità). Inoltre, se si rendesse necessario installare il condizionatore sulla facciata dell’edificio, potrebbe essere violato anche il regolamento comunale, che potrebbe imporre specifiche disposizioni riguardanti il posizionamento e l’aspetto estetico del condizionatore.
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Inoltre, l‘art. 1102 del Codice Civile limita l’alterazione della destinazione delle cose comuni all’interno del condominio, impedendo a un condomino di intralciare l’uso paritario degli altri partecipanti.
È importante tenere presente anche le norme di vicinato, che vietano la produzione di rumori, odori o altre immissioni che superino la normale tollerabilità. Il disturbo derivante da un condizionatore troppo rumoroso potrebbe non solo comportare richieste di risarcimento danni, ma anche conseguenze penali secondo l’art. 659 del Codice Penale, che punisce chi disturba il riposo altrui con rumori eccessivi.