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Prima di negare il rilascio del permesso di costruire, il Comune ha l’obbligo di valutare le osservazioni proposte dall’interessato dopo il preavviso di diniego: è quanto decretato dal Tar del Veneto in una recente sentenza.
Vediamo, allora, più nel dettaglio quando il permesso di costruire non può essere negato.
Il caso di partenza
Il caso che ha dato origine al pronunciamento del Tar è la richiesta, presentata dalla proprietaria di un immobile, del permesso di costruire una recinzione. Tale struttura sarebbe stata costituita da montanti di acciaio, alti 155 centimetri, a sostegno di una rete metallica di altezza pari a 150 centimetri. Avrebbe dovuto anche essere installato un cancello, costruito negli stessi materiali, largo 166 centimetri e alto 132 centimetri.
A tale richiesta il Comune aveva risposto con un preavviso di rigetto, sostenendo che le opere si sarebbero poste in contrasto con le previsioni urbanistiche vigenti. Di opinione ovviamente opposta, invece, la proprietaria, secondo la quale il diniego avrebbe contrastato con le determinazioni dell’Amministrazione. Il Comune ha comunque negato il permesso di costruire.
Perchè il Comune non può negare permesso di costruire
La sentenza del Tar Veneto ha giudicato illegittimo il diniego del Comune. Nei procedimenti a istanza di parte, il Comune deve comunicare alla richiedente i motivi che impediscono l’accoglimento della domanda, prima dell’adozione del provvedimento negativo.
Dopo questa comunicazione, gli istanti hanno 10 giorni di tempo per presentare osservazioni e documenti a sostegno della propria posizione. Spetta al Comune confutare la fondatezza di tali osservazioni, senza però presentare ragioni nuove (l’interessato non avrebbe modo di contestarle).
Nel caso a cui fa riferimento la sentenza del Tar del Veneto, il Comune non ha provveduto a valutare la fondatezza o meno delle formulazioni della proprietaria dell’immobile: per questa ragione il diniego del permesso di costruire è stato giudicato illegittimo.