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La Vigna di Leonardo non chiuderà completamente al pubblico. La nuova proprietà del gruppo Lvmh starebbe pensando ad alcuni spazi del complesso rinascimentale da destinare a eventi e ai visitatori. Intanto, prima della chiusura di ottobre, il 24 settembre 2023 ospiterà il fashion show FW 2023/2024 di Bosideng. Poi si spegneranno momentaneamente i riflettori.
Come sarà la Vigna di Leonardo
La Casa degli Atellani è un complesso rinascimentale in corso Magenta, a Milano, che contiene al suo interno la Vigna di Leonardo, molto frequentata dai turisti ma che dal prossimo 1° ottobre non sarà più accessibile dai visitatori esterni. Le prenotazioni e i biglietti sono acquistabili fino al 30 settembre.
Sul futuro di questo palazzo cinquecentesco si è aperto un dibattito anche tra le stanze di Palazzo Marino, che però non può intervenire direttamente per modificare il corso degli eventi, anche per via della nuova proprietà acquisita dal gruppo Lvmh nel dicembre 2022, e che vorrebbe riconvertire l’edificio in un prestigioso hotel.
In attesa di notizie ufficiali, la multinazionale del lusso ha diramato una nota rassicurante, proveniente da fonti vicine alla famiglia. “Casa degli Atellani – si legge – avrà uso essenzialmente privato, come già oggi, con una parte dedicata ad attività culturali e al pubblico. L’idea è di riportare questo edificio, di importanza storica e artistica, al suo splendore. Evidentemente il progetto sarà sviluppato di concerto con la Soprintendenza ai Beni culturali e con il Comune di Milano”.
La Casa Museo degli Atellani e La Vigna di Leonardo
La vita del “Genio Universale” è legata a questo complesso rinascimentale: Casa degli Atellani e la vigna che oggi porta il suo nome. La vigna, infatti, fu regalata a Leonardo da Vinci nel 1498 da Ludovico Maria Sforza detto il Moro, duca di Milano.
Nei secoli, questo sito di pregio si è ammantato di fascino, leggende e mistero. Il “Maestro dell’Acqua” veniva a quel tempo dalla Firenze di Lorenzo il Magnifico. Nel 1495 Ludovico gli assegnò così l’incarico di dipingere l’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie.
La vigna si compone di 16 pertiche nei campi in fondo al giardino della Casa degli Atellani, ultima traccia esistente del quartiere residenziale che il duca di Milano sognava per i suoi uomini più fedeli.
Nell’aprile del 1500 le truppe del re di Francia sconfiggono e imprigionano il Moro e anche Leonardo lascia Milano, non smettendo mai di occuparsi della sua vigna: la riconquisterà quando i Francesi gliela confischeranno e in punto di morte, nel 1519, la citerà nel testamento, lasciandone una parte a un servitore e un’altra parte al suo allievo prediletto Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì.
In questo vigneto è stato impiantato un ceppo particolare e pregiato di uva del Cinquecento, la Malvasia di Candia.
Quanto è costata la Vigna di Leonardo
La Casa degli Atellani è passata dai discendenti dell’imprenditore e senatore Ettore Conti e di Piero Portaluppi alla proprietà del gruppo del lusso globale Lvmh del magnate francese Bernard Arnault, che vanta un patrimonio di circa 170 miliardi di euro. La multinazionale controlla oltre 70 marchi come Christian Dior, Bulgari, DKNY, Fendi, Céline, Givenchy, Kenzo, Louis Vuitton.
Sui costi dell’operazione che ha portato all’acquisizione della Casa e della Vigna si cela ancora il massimo riserbo. Secondo alcune stime, gli immobili in corso Magenta valgono almeno 20mila euro al metro quadrato, quindi solo la Vigna potrebbe essere costata più di 50 milioni di euro.
Il precedente: la pasticceria Cova
Non è la prima volta che Arnault si aggiudica angoli prestigiosi di Milano. Nel 2013 comprò l’antica pasticceria confetteria Cova di via Montenapoleone che fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia. Fondata nel 1817 da Antonio Cova, diventò punto di riferimento dell’alta borghesia e dei frequentatori del Teatro alla Scala. Ai tavoli del caffè Cova si sono seduti illustri personaggi come Giuseppe Mazzini, Benedetto Cairoli, Tito Speri, Arrigo Boito, Giuseppe Verdi, Giovanni Verga, Giuseppe Giacosa, Federico De Roberto, Emilio Visconti Venosta.