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I limiti alle richieste delle generalità, ad esempio di esibire un documento o una carta d’identità, sono disciplinati dalle fonti normative.
“Favorisca il suo documento”. “Mi fornisca le sue generalità…”. A queste, e altre richieste simili, più o meno perentorie, ci sarà capitato di rispondere almeno una volta nella vita.
Ma chi può chiederci di esibire il nostro documento d’identità? Un amministratore di condominio ha facoltà o potere di chiedere il documento d’identità ai condomini o delegati?
Prima di rispondere a questa domanda, occorre rispolverare un po’ le basi giuridiche.
Perché esiste la carta d’identità
Le origini della carta di identità risalgono al 1931. Inizialmente, è stata introdotta per agevolare le autorità di pubblica sicurezza nell’esercizio dei loro vari doveri d’ufficio.
Nome, cognome, luogo, data di nascita, identificazione in generale: sono dati sensibili che in alcuni casi possono essere di pubblica utilità.
Comunque, sono dati personali ulteriormente protetti dall’istituzione, nel 1996, del Garante per la protezione dei dati personali (Garante privacy). Sono i dati attraverso i quali è possibile identificare un soggetto. La carta di identità ha valenza giuridica, in quanto atto formale di una pubblica amministrazione.
Grazie a questo documento (oggi, carta d’identità elettronica), ogni persona ha la possibilità di svolgere le proprie funzioni, civili ed amministrative nell’ambito della società e di essere identificato in caso di necessità.
Chi può chiedere i documenti d’identità?
La richiesta di esibizione, copia e di utilizzo della carta d’identità quale mezzo di identificazione personale, è attività riservata alle seguenti categorie di soggetti:
- Soggetti che rappresentano una autorità di pubblica sicurezza (esempio: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Corpo della Guardia di Finanza).
- Soggetti che rappresentano la pubblica amministrazione.
- Gestori ed esercenti di pubblici servizi.
Anche la possibilità di ottenere una copia del nostro documento è una attività ristretta e limitata ai rappresentanti di organi della pubblica amministrazione e di gestori di pubblici servizi.
La polizia non può costringere ma può controllare
Per legge, le autorità non possono costringere i soggetti a esibire i documenti d’identità, ma hanno potere di controllo e possono verificare che le generalità fornite dal soggetto (senza esibire il documento) siano corrette. In caso contrario, il soggetto rischia una denuncia.
L’amministratore di condominio non può obbligare a esibire il documento d’identità
L’amministratore condominiale è il legale rappresentante del condominio. L’amministratore è titolare del potere di convocare l’assemblea. Tuttavia, per legge non ha il potere e la facoltà di identificazione personale dei singoli condòmini o delegati. Questo vale anche per un delegato scelto dal condominio con delega scritta.
Dunque, l’amministratore potrebbe chiedere un documento d’identità al condòmino (ne ha possibilità, ma non facoltà). Ma il condomino può rifiutarsi di esibire il suo documento. Non è obbligato a mostrarglielo o darne copia. E può partecipare ugualmente alla riunione.
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E se il condomino non fosse la persona vera?
Il principio dell’affidamento prevale sempre. Significa che l’amministratore condominiale si affida. Se il condomino (o suo delegato) non risultasse la persona convocata in assemblea, a quel punto rischierebbe una denuncia per reato di sostituzione di persona previsto e punito dall’articolo 494 del codice penale.
L’amministratore condominiale può richiedere l’intervento delle forze dell’ordine nel caso avesse dei dubbi circa l’identità del condomino (o delegato) convocato o chiamato ad accertare un pagamento di spese condominiali.