Indice dei contenuti
La Banca Centrale Europea prevede nuovi rialzi dei tassi di interesse per frenare la risalita del termometro dell’inflazione.
In questo inizio ottobre, subito dopo il segno più, l’aumento del costo della vita si è avvicinato al muro del 9%. L’ultima Nota di aggiornamento al Def (Documento di Economia e Finanza), approvato dal Consiglio dei ministri, prevede un aumento delle buste paga nel settore privato dell’1,8% quest’anno, del 2,9% nel 2023 e del 2,5% nel 2024.
La ripresa economica è rimandata al 2024, ma intanto le rate dei mutui diventano sempre più pesanti.
L’ultima mappa aggiornata dei mutui restituisce il quadro di un’Italia divisa: al Centro Nord si registrano gli importi medi più alti, in particolare nelle regioni Lombardia, Trentino e Lazio.
Un mutuo al Nord costa di più
Al Nord si chiedono mutui per la casa di importo nettamente maggiori rispetto al Mezzogiorno, segno evidente del caro mattone (e non solo) nelle aree più ricche del Paese.
Il valore della casa non cambia da Nord a Sud
Ma il rapporto tra l’importo del prestito richiesto in banca e il valore delle case per le quali si accende il mutuo non differisce più di tanto da Nord a Sud. Questo significa che una casa al Nord costa più che al Sud, ma il valore è lo stesso. Non varia neppure la durate dei mutui tra Nord e Sud.
Quindi, al Sud un mutuo pesa meno che al Nord, ma il valore effettivo delle case è più o meno invariato.
Mutui giovani a rischio
Intanto, la crisi pesa soprattutto sui mutui giovani per la prima casa, che stavano restituendo ossigeno al mercato immobiliare. Loro sono i più penalizzati, senza distinzione di regione o area geografica. Per loro sta diventando più difficile accedere al Fondo di garanzia di Stato della Consap, la Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici che fa capo interamente al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Guido Bertolino, analista dell’Osservatorio del portale Mutui Supermarket, sostiene che nell’immediato futuro sempre meno giovani riusciranno ad acquistare la prima casa. Banca d’Italia ha già rivalutato i tassi effettivi lo scorso 1° ottobre.
Le banche hanno timore nel concedere i mutui ai giovani, mentre i tassi interbancari stanno diventando più alti di quelli fissati lo scorso anno dal Governo, nel periodo ottobre-dicembre 2021. Un anno dopo, siamo a ottobre 2022, questi mutui sono oggi fuori mercato per le banche, di conseguenza ritenuti più rischiosi per chi concede un prestito.
Settembre 2022: chiesti la metà dei mutui giovani
E, infatti, a settembre 2022 sono stati richiesti la metà dei mutui under 36 rispetto al settembre del 2021.
Il Fondo di garanzia è stato rinnovato fino a fine 2022, ma a questo punto gli analisti concordano sul fatto che occorra una risposta politica da parte del nuovo governo che si insedierà nei prossimi giorni. Il prossimo esecutivo potrebbe rimpolpare il fondo e ridurre le spese di istruttoria.
Vincenzo Sanasi d’Arpe, amministratore delegato della Consap, ha fornito alcuni dati indicative: “Dopo il rialzo dei tassi, le banche hanno detto di non poter più proporre ai giovani mutui a tasso fisso con un Teg contenuto entro il Tegm. Come conseguenza stiamo osservando una flessione delle domande”.
Infatti, a fine settembre 2022, sono arrivate circa 7mila richieste di accesso rispetto a una media mensile di 12mila registrata nel primo semestre dell’anno scorso. Quasi la metà.
Leggi anche: QUAL È L’IMPATTO DEGLI AUMENTI SUI MUTUI?
Mutui: conviene il tasso fisso o il variabile?
Questo è il dilemma, a cui è difficile rispondere in un mercato così altalenante, insicuro e fluttuante. Ancora una volta, dobbiamo freezare il momento storico, il qui e ora. Attualmente, un mutuo con tasso variabile presenta dei vantaggi iniziali ed è consigliabile solo se si è in grado di fare fronte nel breve periodo ad ulteriori incrementi dei tassi, altamente probabili. Comunque più rischiosi del fisso.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.