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L’inflazione ha attivato una serie di tensioni che si stanno facendo sentire nelle tasche dei consumatori italiani.
In seguito al rialzo dei prezzi, soprattutto del settore energetico, la Bce ha alzato i tassi di riferimento a luglio e due settimane fa portandoli per ora all’1,25%.
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Mutui: un andamento destinato a crescere
Un andamento che proseguirà quindi in crescita, anche perché Francoforte ha segnalato nuovi aumenti da qui alla prossima primavera, per cercare di fare fronte a un’inflazione dell’area euro persistente e in alcuni paesi senza controllo.
La stretta del credito adottata dalla Bce, nel tentativo di riportare sotto controllo l’inflazione, avrà pesanti ripercussioni su tutti i cittadini e sulle attività economiche. Le principali conseguenze si registreranno sulle rate dei prestiti e dei finanziamenti, ma soprattutto su quelle dei mutui che sono già aumentati.
Lo ha segnalato anche la Banca d’Italia che a luglio i tassi d’interesse applicati ai mutui immobiliari si sono attestati al 2,45% (erano all’1,74% lo scorso dicembre), vale a dire al massimo dal giugno 2017.
Federconsumatori rileva preoccupanti tendenze al rialzo del tasso variabile e fisso destinate a proseguire.
Gli effetti su un mutuo a tasso fisso e variabile
Secondo quanto emerge dal rapporto dell’O.N.F, se una famiglia accendesse oggi un mutuo a tasso fisso avrebbe una rata più alta del 24% rispetto a quello stipulato nel dicembre 2021.
Il quadro risulta peggiore per chi ha scelto di finanziare la compravendita con un mutuo a tasso variabile.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.