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Il 2023 si sta per concludere, confermandosi l’anno dei rialzi e dei mutui in costante crescita; anche a ottobre i tassi sono saliti al 4,37%.
Il rapporto mensile Abi (Associazione Bancaria Italiana) conferma la tendenza di una economia che rallenta e “deprime la domanda dei prestiti”.
Salgono i tassi dei mutui, calano gli acquisti delle case
I livelli sono ancora superiori a quelli pre Covid di settembre 2019, prima della chiusura totale, ma nel 2023 la decrescita dell’economia italiana continua, lenta e inesorabile.
Anche a ottobre, i tassi medi sui nuovi mutui sono saliti del 4,37%, di conseguenza i prestiti bancari a famiglie e imprese sono scesi del 3,6% rispetto a ottobre del 2022, un anno fa.
In lieve crescita anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese (dal 5,35% di settembre è salito al 5,45% a ottobre 2023).
L’aumento dei tassi sui prestiti bancari e finanziari ha reso più complicati gli acquisti di una casa con mutuo, crollati del 30%. In compenso, si sta cercando di agevolare i giovani precari, con i mutui agevolati under 36 con scadenza riportata fino a 40 anni.
Le imprese sono caute
Il rapporto mensile Abi è una fotografia in chiaroscuro dell’Italia che cerca faticosamente di uscire dalle ultime crisi dell’era post Covid.
La situazione di incertezza si sta ripercuotendo nei rapporti tra imprese e finanza, che accumulano fondi su depositi bancari, segno evidente che restano caute sugli investimenti.
“Anche la Banca d’Italia – osserva il vice dg Abi, Gianfranco Torriero – segnala come le imprese stiano rivedendo i piani di investimenti vista la politica monetaria della Bce e le prospettive dell’economia”.
E sulle imprese, aggiunge: “Stanno accumulando risorse nei depositi bancari”. Gli stock di risparmi, infatti, hanno superato i 500 miliardi di euro, il picco del 2023, infatti nel gennaio, a inizio anno, erano 461 miliardi.
Come andranno i mutui nel 2024?
Le previsioni non sono semplici in una fase di incertezza come quella attuale. Un calo vero e significativo del costo del denaro potrebbe registrarsi nel 2025, quindi un altro anno ancora di possibili scossoni.
Secondi gli esperti, è probabile che, dopo il calo di settembre, l’inflazione resterà elevata anche nei prossimi anni (e non soltanto nel 2024).
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