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Gli occhi di tutti coloro che hanno sottoscritto un mutuo variabile sono puntati a Francoforte, dove ha sede la Banca Centrale Europea. Da qui, la Presidente Christine Lagarde ha recentemente annunciato (lo scorso 7 marzo 2024) che i tassi di interesse BCE restano ancora invariati, rispettivamente pari a:
- 4,50% sui rifinanziamenti principali;
- 4% sui depositi;
- 4,7% sui prestiti marginali.
Una buona notizia, se si pensa ai 10 rialzi consecutivi che da luglio 2022 hanno fatto tremare l’Europa e che ora – si spera – sono solo un non troppo lontano ricordo. Ma i cittadini europei ora non possono che porsi un’ulteriore domanda: quando scenderanno i tassi BCE e si avranno conseguenze positive sulle rate dei mutui variabili?
Tassi BCE verso il primo taglio a giugno
Una risposta certa e definitiva non esiste. Per sapere in che direzione andranno i tassi bisognerà attendere i prossimi mesi e capire se le azioni della Banca Centrale Europea per contenere l’inflazione e riportare i tassi al di sotto della soglia limite del 2% daranno i loro frutti.
Ma ora una data, per quanto ipotetica, c’è. Christine Lagarde, in apertura della conferenza “The ECB and its Watchers” a Francoforte, ha dichiarato che a giugno 2024 potrebbe esserci un primo intervento. Ma, da lì in poi, saranno in dati a guidare la mano dell’Eurotower e a dettare la tabella di marcia dei mesi successivi.
“Nei prossimi mesi riceveremo più dati, che ci aiuteranno a valutare se siamo sufficientemente fiduciosi nel percorso da percorrere per passare alla fase successiva del nostro ciclo di politica monetaria. Non possiamo impegnarci, per quanto questo possa essere allettante, a un percorso predeterminato di riduzione dei tassi di interesse se siamo coerenti con il nostro approccio basato sui dati e di volta in volta e abbiamo disciplina nel perseguirlo” ha spiegato Lagarde.
Previsioni per mutui variabili e tassi di interesse: cosa succederà?
“Ne sapremo qualcosa di più entro aprile e molto di più entro giugno” ha continuato Lagarde. “Se questi dati rivelano un grado sufficiente di allineamento tra il percorso dell’inflazione sottostante e le nostre proiezioni, e supponendo che la trasmissione rimanga forte, saremo in grado di passare alla fase di allentamento del nostro ciclo di politica monetaria e adottare una politica meno restrittiva. Anche se l’inflazione è rallentata, rimane incertezza sulla sua persistenza, da giugno ci sarà un periodo nel quale dovremo continuamente confermare che i dati supportano le prospettive d’inflazione“.