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Da qualche giorno alcuni media iniziano a parlare di economia di guerra, seppur non ci sia alcuna ufficialità del fatto che a tutti gli effetti sia questa la realtà che stiamo vivendo anche in Italia. Eppure le conseguenze del truce conflitto in Ucraina iniziano ad abbattersi anche sulle scelte finanziarie del nostro Stato, in particolare nell’ultimo DEF, Documento di Economia e Finanza, pubblicato nelle ultime ore e ben lontano dalla versione iniziale che ci si era immaginati. Per essere pronti ad aiutare famiglie e imprese in difficoltà, colpite dagli effetti economici della guerra, il premier Mario Draghi insieme ai ministri Daniele Franco dell’Economia, Giancarlo Giorgetti dello Sviluppo ed Enrico Giovannini delle Infrastrutture, ha proposto nuove misure che potrebbero colpire alcuni settori, compreso quello immobiliare. Cerchiamo di capire insieme come.
Nuove aliquote sugli investimenti (anche immobiliari) e sulle locazioni
Con la modifica dell’articolo 2 del Def vengono introdotte, transitoriamente, due nuove aliquote sui redditi che provengono da investimenti di capitale e che quindi riguardano anche quelli effettuati nel mattone. Si vocifera, stando agli allarmi lanciati da Lega e Forza Italia, che il Governo stia puntando a definire le due aliquote al 15% e al 26%. L’ultima percentuale è uguale a quella più alta attualmente in vigore ma è indicativa se si pensa che i titoli di Stato, ad esempio, vengono tassati al 12,5% mentre la cedolare secca per chi affitta arriva al 10%.
Confermata la riforma del Catasto
L’articolo 6 del documento non è stato cambiato e rimane la volontà di modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili nel nostro Paese in modo da agevolare gli enti preposti (Comuni e Agenzia delle Entrate) nel lavoro di individuazione del corretto accatastamento del patrimonio immobiliare e di scoperta di costruzioni fantasma irregolari finora sconosciute non solo alle mappe ma anche e soprattutto al fisco.
Si rimanda invece ancora al futuro la norma che definirà i criteri per integrare l’attuale sistema catastale, che sarà disponibile dal 2026, e che dovrà indicare il valore e la rendita attualizzata per ogni immobile rifacendosi ai valori di mercato con un sistema che riesca ad adeguarli anche all’andamento periodico del settore. Una riforma che però sarà attuata a parità di gettito, vale a dire che non imporrà alcun aumento sulle tasse a seguito dell’aggiornamento delle informazioni.