Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è al centro del dibattito di questa campagna elettorale, che ci condurrà a nuove elezioni politiche il prossimo 25 settembre.
Potremmo definirlo il “Piano Marshall” del nuovo millennio. Un’iniezione di ossigeno all’economia, dopo le difficoltà che abbiamo attraversato negli ultimi 15 anni: dalla crisi finanziaria esplosa nel 2007/2008 alla pandemia, dalla guerra tra Russia e Ucraina ai conseguenti rincari, con l’inflazione che galoppa alle stelle.
Il PNRR, dall’inglese “National Recovery and Resilience Plan”, abbreviato in Recovery Plan, è stato approvato nel 2021 dall’Italia per rilanciarne l’economia, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese, portando l’Italia sul cammino della transizione energetica e la transizione ecologica.
Il Superbonus edilizio di fatto segue questo percorso di riconversione degli edifici in luoghi sempre più rispettosi dell’ambiente e dimore anche di soluzioni energetiche rinnovabili.
Il PNRR fa parte del programma dell’Unione europea noto come Next Generation EU, che ha stanziato un fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea (appunto chiamato “fondo per la ripresa” o recovery fund). All’Italia, sono stati assegnati ben 191,5 miliardi (70 in sovvenzioni a fondo perduto e 121 in prestiti).
Sono tanti soldi, per l’amministrazione dei quali bisognerà vigilare e limitare al massimo fenomeni corruttivi e truffe ai danni di questo immenso patrimonio di risparmi pubblici.
PNRR: a che punto siamo?
Gli interventi sono suddivisi in missioni da portare a conclusione. Opere e investimenti in tutta Italia e che riguardano i seguenti settori:
- Missione 1 (Digitalizzazione dell’Italia, innovazione, competitività, cultura e turismo);
- Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica);
- Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile);
- Missione 4 (Istruzione e ricerca);
- Missione 5 (Inclusione e coesione sociale);
- Missione 6 (Salute e sanità).
Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha annunciato che nel primo semestre del 2022 sono stati raggiunti tutti i 45 obiettivi previsti in questa fase del Pnrr.
La Commissione europea staccherà il secondo assegno da 24,1 miliardi. Per alcuni analisti il cammino però è ancora lungo e tortuoso, complicato ulteriormente dalla improvvisa crisi di governo che ha determinato lo scioglimento delle Camere con metà anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura.
Le prossime sfide saranno sul tavolo del nuovo esecutivo che sarà scelto il 25 settembre 2022. E non c’è altro tempo da perdere.