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Al giorno d’oggi, le persone si trovano spesso ad esplorare soluzioni abitative diverse da quelle a cui siamo abituati. Spesso si profila l’ipotesi di spostarsi in un’altra abitazione, ma rimane il dubbio di dove fissare la propria residenza.
In effetti, una domanda che spesso sorge è se sia possibile affittare la propria casa senza perderne la residenza, una questione che si presenta spesso quando si desidera ottenere un reddito aggiuntivo attraverso l’affitto, ma al contempo si vuole mantenere invariata la residenza principale.
Dunque, vediamo insieme gli aspetti legali e pratici che i proprietari di case potrebbero dover affrontare.
La residenza: cos’è e cosa prevede la legge
La residenza è l’indirizzo che corrisponde effettivamente al luogo in cui si vive per la maggior parte dell’anno, fatta eccezione per brevi periodi di assenza legati alle vacanze o ai viaggi di lavoro. Ciò è normato dall’articolo 43 del codice civile italiano.
Non è consentito avere residenze fittizie, una soluzione che spesso alcune persone adottano per avere agevolazioni fiscali (abbassamento dell’indicatore ISEE, ad esempio). Per legge, ogni cittadino è tenuto ad essere reperibile, e a fornire pertanto un indirizzo presso il quale può essere trovato in caso di bisogno.
Ogni cambio di residenza deve essere comunicato presso l’ufficio anagrafe del comune in cui si intende abitare entro 20 giorni dal proprio spostamento.
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Si può conservare la residenza in un’abitazione messa in affitto?
Da ciò che si evince dal concetto di residenza, normata dall’articolo 43 del codice civile italiano, risulta dunque chiaro che non è possibile conservare la propria residenza in un’abitazione che è stata messa in affitto.
Il motivo per cui questo non è possibile è legato proprio all’obbligo di legge di essere reperibili presso il luogo in cui si dimora.
La situazione si profila in modo differente nel caso in cui si affitti solo una o più camere della propria abitazione, tramite, ad esempio, un contratto di subaffitto. In questo caso, il locatore che continua a risiedere nella stessa casa ha la possibilità di mantenere la propria residenza senza contravvenire alla legge.
Cosa succede se si affitta una casa e si mantiene lì la residenza
Se il locatore di un appartamento dovesse mantenere la residenza nell’appartamento che ha dato in affitto ad altri, si esporrebbe al rischio di una dichiarazione di irreperibilità, con la conseguente cancellazione dall’Anagrafe.
Questo atto comporta la perdita di diversi benefici fondamentali, come:
- l’accesso al medico di base;
- il diritto di voto;
- il certificato di residenza;
- lo stato di famiglia.
Inoltre, si potrebbe venire sottoposti ad un accertamento fiscale, con l’obbligo di pagare tutte le imposte evase fino a quel momento.
Nel caso di imposte comunali, si può essere chiamati a saldare i debiti degli ultimi 5 anni; per l’imposta di registro, tale periodo può estendersi a 10 anni. Se dovesse risultare che il locatore ha simulato la propria residenza solo per agevolazioni fiscali, può addirittura configurarsi il reato di truffa, con tutte le conseguenze legali che ne derivano.