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L‘Emilia Romagna è una delle zone italiane in cui è più alta la concentrazione di siti patrimonio dell’UNESCO. Non solo, è anche un laboratorio enogastronomico in cui la storia e la genuinità dei prodotti tipici locali si fondono con la capacità di fare impresa e la professionalità di cuochi e chef stellati.
Vediamo insieme quali sono i siti UNESCO in Emilia Romagna.
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Siti UNESCO in Emilia Romagna, settore naturalistico e ambientale
Nello specifico, in Emilia Romagna troviamo i seguenti siti:
- la Riserva integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1957, è stata la prima riserva naturale creata nella storia d’Italia; si estende per oltre 760 ettari sull’Appennino delle province di Forlì e Cesena e fa parte del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna;
- la Riserva del Delta del Po, divisa tra 9 comuni del Veneto e 6 comuni della Romagna (Argenta, Codigoro, Comacchio, Mesola, Ostellato, Goro);
- la Riserva MAB “Po’ Grande”, che attraversa la Lombardia, il Veneto e le province emiliane di Parma, Piacenza e Reggio Emilia;
- l’area dell’Appennino Tosco-Emiliano che comprende i monti, le valli e le insenature carsiche e gessose situate tra le province di Piacenza, Reggio Emilia, Parma e Modena.
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Siti UNESCO in Emilia Romagna, settore storico e artistico
Nelle aree urbane dei capoluoghi emiliani e romagnoli troviamo:
- i Portici di Bologna;
- la Cattedrale di Modena;
- la Torre Civica di Modena;
- la Piazza Grande di Modena;
- i monumenti paleocristiani di Ravenna;
- Ferrara “Città del Rinascimento”.
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Siti UNESCO in Emilia Romagna, le città creative
L’Emilia Romagna vanta anche un trittico di capoluoghi riconosciuti all’interno delle città creative UNESCO:
- Bologna città creativa per la musica;
- Parma città creativa per la gastronomia;
- Modena città creativa per le media arts.