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Possono essere aggettanti o incassati, ma soprattutto devono essere sicuri per chi si affaccia o ci passa o ci vive nella parte sottostante. Dai balconi sono stati diffusi gli annunci più romantici e drammatici della storia d’Italia. Rappresentano uno dei simboli dell’architettura italiana per eccellenza.
Tuttavia, i balconi devono rispondere a precise normative in materia di sicurezza, poiché queste sporgenze rappresentano elementi aggiuntivi al corpo principale dell’edificio, quindi soggetti a interventi di manutenzione.
Il balcone può essere storico o moderno. Quelli più antichi, sorretti da mensole in legno o pietra, tratteggiano il confine tra antico e moderno. Il celebre balcone (o “antone”) della Casa di Giulietta a Verona è sorretto da una prestigiosa lastra in pietra di Avesa del XIV secolo, materiali che erano tipici dei palazzi signorili, ed erano affacci ispirati ai sepolcri pensili del Trecento.
Quelli moderni invece sembrano sospesi nel vuoto, e spesso è facile domandarsi quanto possa reggere un balcone. Possiamo davvero metterci di tutto? Naturalmente non è così, tanto che la scarsa manutenzione può trasformare il balcone in un elemento di pericolo pubblico.
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Quanto peso può reggere un balcone?
Il balcone, a differenza di una terrazza, è un elemento architettonico edilizio aggiunto al corpo principale di un edificio. Il balcone, dunque, è una sporgenza che si affaccia dal filo della sua superficie, perciò la parte più sporgente poggia solitamente nel vuoto, non ha delle basi di appoggio, a differenza di quelli più antichi che almeno erano sorretti da mensole in legno o pietra.
Stando alle normative più recenti, rivisitate dalla riforma dei condomini, la manutenzione della parte sottostante il balcone è a carico del proprietario dell’unità immobiliare a cui fa da soffitto. In un contesto condominiale le spese per la pavimentazione e per la ringhiera (o parapetto) sono a carico del proprietario, mentre la manutenzione delle travi portanti spetta a tutti i condomini.
Dunque, il balcone non è uno spazio completamente privato, sia perché visibile dall’esterno e inserito in un contesto condominiale o architettonico, sia perché è una sporgenza che può costituire pericolo per chi lo occupa e per chi ci passa sotto o in prossimità. Tanto che l’articolo 677 del Codice penale prevede la pena dell’arresto fino a sei mesi o dell’ammenda non inferiore a 309 euro per i proprietari o per le persone obbligate alla conservazione e alla vigilanza di un edificio che minacci rovina, qualora ne derivi pericolo per le persone, se ometta di far mettere in sicurezza lo stabile. In più, l’articolo 589 del Codice penale prevede la pena della reclusione da sei mesi a cinque anni per colui che, con la predetta omissione, cagioni la morte di qualcuno.
Dunque, sul balcone non possiamo fare o depositare tutto quello che vogliamo. Fiori, vasi e piante, oggetti o mobili, tutti materiali esposti sul balcone, oltre che rispondere a eventuali regole condominiali o vincoli di decoro, non devono superare un certo peso.
Come si calcola il peso sul balcone
Per calcolare la portata massima, ossia il peso limite da non superare, dobbiamo considerare che in genere, nei balconi a norma di sicurezza, il sovraccarico minimo tollerato è di 200 kg al metro quadrato. Il limite massimo, quando il balcone non è vecchio ed è ristrutturato di recente, si può arrivare al massimo a 400 kg al metro quadrato.
Calcolatrice alla mano, sarà sufficiente moltiplicare il carico massimo per l’estensione del balcone. Perciò un balcone di 10 metri quadrati potrà avere un carico massimo di 4000 kg. Le piante con vasi in terracotta e gli armadietti da balcone possono arrivare a pesare anche 200 kg, perciò non è semplice raggiungere il carico massimo.
Ma se trasformassimo il balcone in un deposito allora dovremmo considerare questi valori, per non compromettere la sicurezza nostra e degli altri. Gli ingegneri raccomandano di concentrare il peso di oggetti, vasi o arredi più verso l’interno del balcone, che sul bordo e sulle aree maggiormente sporgenti.