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In piazza Sant’Ambrogio a Milano c’è una misteriosa colonna la cui storia è quasi del tutto nascosta da un dehors che in parte la copre.
È la Colonna del Diavolo, un reperto archeologico lasciato all’incuria, ma con un racconto da svelare.
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Cos’è la Colonna del Diavolo a Milano
È una colonna romana con capitello in stile corinzio che testimonia la presenza dell’Impero Romano d’Occidente in città. È stata realizzata usando marmo cipollino proveniente dalle cave dell’isola di Eubea, in Grecia, la cui caratteristica sta nelle venature bianche e nero.
Quel marmo era considerato talmente prezioso che in epoca romana si usava per costruire edifici di valore monumentale.
Il marmo cipollino era costoso e alti erano anche i costi di trasporto dalla lontana isola greca fino al cuore dell’Italia settentrionale. Gli studiosi hanno ipotizzato che fosse stato utilizzato per costruire un palazzo imperiale da cui proviene anche il capitello della colonna.
Secondo la datazione, la colonna risalirebbe alla fine del II secolo d.C. o al più al principio del III. All’epoca, Costanzo Cloro e poi suo figlio Costantino stavano trasformando Bisanzio in Costantinopoli mentre a rendere monumentale Mediolanum pensava Massimiano.
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La leggenda della colonna
Secondo la leggenda, sulla colonna di marmo si trovano due fori che risalgono ai tempi di Sant’Ambrogio, oggi patrono di Milano e allora vescovo a cui piaceva passeggiare da queste parti. Il diavolo, sapendo di trovarlo qui, passava spesso per tentarlo.
Non avendo successo, un giorno si inalberò e per la rabbia conficcò le corna nella colonna, rimanendo incastrato. Per uscirne dovette trasformarsi in zolfo e poi svanire. I milanesi che conoscono questa storia dicono che appoggiando l’orecchio ai buchi si possa sentire il rumore del fiume che attraversa gli Inferi per condurre le anime al supplizio.
La colonna in epoca medievale
Galvano Fiamma nel XIV secolo parla del ruolo della colonna nel rito di incoronazione dei sovrani del Sacro Romano Impero. Il nuovo re era chiamato ad abbracciarla prima di giurare sul Messale e indossare la Corona Ferrea.
La colonna oggi
Oggi la colonna si trova inglobata in un dehors che la rende difficile da scorgere, figurarsi appoggiare le orecchie ai suoi buchi. Tutto quello che riuscireste a sentire sarebbe il rumore dei bicchieri sui tavolini del locale, non certo le acque dello Stige.
Al posto dell’odore di zolfo, sentori di patatine e olive che accompagnano gli aperitivi.
Ma è vero che si sente odore di zolfo? Al di là della leggenda che tira in ballo il diavolo, qualcuno sostiene che l’odore di zolfo sia reale e dovuto al tipo di marmo usato per costruire la colonna. Pare che il materiale stesso, quando viene scalfito, rilasci un odore preciso, motivo per cui in epoca rinascimentale era detto marmo cipollino.